Il vino si accumula in cantina mentre il mercato rallenta

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Con 43,6 milioni di ettolitri di vino ancora invenduti e una vendemmia 2025 che si preannuncia nella media, il settore vitivinicolo italiano rischia di ritrovarsi con 90 milioni di ettolitri da immettere sul mercato. È l’allarme lanciato da Lamberto Frescobaldi, presidente dell’Unione Italiana Vini, in un’intervista a Il Sole 24 Ore, che chiede misure urgenti per contenere la produzione: “Siamo preoccupati, è più di un anno che denunciamo il rischio sovrapproduzione”, ha dichiarato.

Nel 2023 la peronospora e nel 2024 il clima anomalo hanno limitato le rese, evitando un eccesso di offerta. Ma la tendenza all’espansione resta: ogni anno si piantano 6-7mila ettari di nuovi vigneti, mentre la domanda, sia nazionale che internazionale, arretra. Perdono terreno soprattutto i vini rossi, anche a causa del cambiamento climatico che ne penalizza il consumo, mentre reggono – senza però crescite significative – bianchi e spumanti.

Intanto, in Francia si estirpano vigne (15mila ettari solo a Bordeaux), mentre in Italia si continua a produrre. Sono già arrivate le prime richieste di distillazione di crisi, mentre i dazi statunitensi – tornati d’attualità con l’elezione di Trump – aggiungono incertezza a un comparto già fragile. “Serve una svolta: meno rese, stop agli impianti e interventi strutturali”, è l’appello dell’Uiv.

Il mercato dei vini rallenta

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