Il governo ungherese ha bloccato l’acquisizione della cooperativa lattiero-casearia Alföldi Tej da parte di un consorzio estero, giudicandola un rischio per la sicurezza alimentare nazionale. L’annuncio è arrivato dal Ministero dell’Economia Nazionale, che ha confermato come la proposta fosse stata presentata lo scorso giugno da un gruppo di aziende a capitale straniero, senza rivelarne i nomi.
Secondo la nota ufficiale, la priorità rimane garantire l’approvvigionamento alimentare per le famiglie ungheresi. Per questo motivo l’acquisizione è stata vietata, mentre come compromesso Alföldi Tej ha proposto il passaggio sotto controllo statale, mantenendo le stesse condizioni offerte dal consorzio estero.
Il progetto è ora allo studio delle autorità governative. Nel frattempo, il Ministero dell’Agricoltura e il Milk Product Council (Tej Terméktanács) hanno appoggiato la decisione, ritenendo l’operazione potenzialmente destabilizzante per il settore lattiero-caseario.
Alföldi Tej raccoglie circa il 20% del latte crudo prodotto dai piccoli allevatori ungheresi, una quota che conferisce all’azienda un ruolo cruciale per il mercato. “La cessione a un gruppo straniero – ha sottolineato il governo – avrebbe comportato il rischio di esportazione del latte e l’importazione di prodotti finiti a prezzi più elevati, con conseguente riduzione dell’offerta nei negozi nazionali”.
La cooperativa, con i marchi Riska e Magyar Tej, oltre alle linee Pure Milk e Mesés, gestisce due stabilimenti a Székesfehérvár e Debrecen, occupando oltre 700 addetti. Ogni anno trasforma circa 270 milioni di litri di latte forniti da 59 allevatori, producendo una gamma che spazia dal latte fresco e UHT a yogurt, kefir, panna, formaggi e polveri di latte. La vicenda apre un nuovo fronte nel dibattito europeo sul ruolo strategico delle filiere agroalimentari e sulla tutela degli operatori locali di fronte a capitali internazionali.