Settembre si chiude con un quadro di fiducia in chiaroscuro per consumatori e imprese, con ricadute dirette anche sul comparto food & grocery. Secondo i dati diffusi da Istat l’indice dei consumatori sale da 96,2 a 96,8, recuperando il calo di agosto: a trainare l’ottimismo sono le opinioni sulla situazione economica generale (da 97,0 a 98,8) e sulla situazione corrente (da 99,2 a 99,9), mentre restano stabili le valutazioni personali.
Sul fronte imprese, l’indicatore composito si muove appena (da 93,6 a 93,7), con dinamiche molto diverse tra i settori. Crescono costruzioni (da 101,3 a 101,5) e servizi di mercato (da 95,1 a 95,6), mentre la manifattura rimane ferma a 87,3. A preoccupare il retail è invece il calo del commercio al dettaglio, che scende da 102,7 a 101,6.
Nel dettaglio, per la distribuzione si osserva un peggioramento dei giudizi sulle vendite e un aumento delle scorte di magazzino, segnali che riflettono consumi ancora prudenti. Allo stesso tempo, migliorano però le attese sulle vendite future, che potrebbero tradursi in un finale d’anno più dinamico.
Per i player del grocery, la fiducia dei consumatori in ripresa è un dato incoraggiante, specie se legato alla maggiore propensione all’acquisto di beni durevoli e alla percezione più favorevole del contesto macroeconomico. Tuttavia, il rallentamento nelle vendite effettive e l’accumulo di stock nel dettaglio richiamano a una gestione più accorta di assortimenti e promozioni.
Il quadro settoriale suggerisce dunque un retail diviso tra segnali di recupero della domanda e difficoltà operative sul breve termine: un equilibrio fragile che si giocherà tra l’efficacia delle leve promozionali e la capacità di intercettare un consumatore oggi più fiducioso, ma ancora selettivo nelle scelte di spesa.