Stop ai “veggie burger”, il Parlamento europeo approva il divieto dei termini della carne per i prodotti vegetali

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Il Parlamento europeo ha votato a favore dell’emendamento che vieta l’uso di denominazioni come “burger”, “bistecca” o “salsiccia” per alimenti a base vegetale. La misura, approvata nell’ambito della revisione del regolamento Ocm, segna una svolta nel linguaggio del food europeo e una vittoria per le lobby agricole e zootecniche.

La norma stabilisce che termini tradizionalmente associati alla carne potranno essere riservati esclusivamente ai prodotti di origine animale, estendendo le restrizioni già previste per denominazioni protette come “prosciutto” o “bacon”. In futuro, le etichette dovranno quindi rinunciare a espressioni come “burger vegetale” o “salsiccia vegana”, in nome della chiarezza verso il consumatore.

I promotori dell’emendamento, tra cui numerosi eurodeputati del gruppo PPE, sostengono che la misura serve a tutelare la trasparenza e a difendere un patrimonio linguistico e culturale legato alla tradizione gastronomica europea. “Non è una battaglia contro il vegetale, ma per la correttezza dell’informazione”, hanno dichiarato fonti vicine alla Commissione Agricoltura.

Di tutt’altro avviso le associazioni del comparto plant-based, secondo cui il divieto rappresenta un freno all’innovazione e una misura anacronistica in un mercato in forte espansione. “I consumatori non sono confusi: sanno benissimo cosa comprano”, ha commentato Rafael Pinto, portavoce dell’European Vegetarian Union.

Il voto di Strasburgo arriva in controtendenza rispetto alla pronuncia della Corte di Giustizia UE del 2024, che aveva riconosciuto la legittimità di termini come “steak” o “sausage” per i prodotti vegetali, purché non ingannevoli. Ora il dossier passa ai “triloghi” con Consiglio e Commissione, dove si decideranno le modalità di applicazione.

La decisione, che rievoca il “veg burger ban” respinto nel 2020, mostra una chiara deriva conservatrice del nuovo Europarlamento e apre un fronte di scontro tra difesa delle tradizioni e libertà di mercato. Per il settore plant-based, in piena crescita in Europa e stimato oltre i 6 miliardi di euro, si tratta di una battuta d’arresto che rischia di rallentare la transizione verso diete più sostenibili.

Divieto dei termini della carne per i prodotti vegetali

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