Il Belgio ha introdotto da oggi misure più severe per contenere l’influenza aviaria, dopo i primi casi confermati in un allevamento commerciale di Houthulst (Fiandre Occidentali) e in una piccola azienda amatoriale a Welkenraedt (Liegi). Il virus H5N1 è stato rilevato in entrambi i siti e, per prevenire la diffusione, le autorità sanitarie hanno disposto l’abbattimento dei volatili dell’allevamento e istituito una zona di protezione di 3 km e una di sorveglianza di 10 chilometri.
La decisione è arrivata dalla FASFC, l’Agenzia federale per la sicurezza della catena alimentare, che ha segnalato un aumento delle infezioni negli uccelli selvatici nelle ultime settimane, prima lungo la costa e ora anche nell’entroterra. Da oggi tutti gli allevamenti commerciali e registrati nel sistema Sanitel dovranno confinare i propri animali, alimentarli e abbeverarli al chiuso o sotto reti protettive, e non potranno utilizzare acqua piovana o di superficie non trattata.
“Questa prima infezione in un allevamento commerciale e quella in un detentore amatoriale dimostrano che l’influenza aviaria è tornata nel nostro Paese” ha dichiarato il ministro dell’Agricoltura David Clarinval. “La stagione è iniziata e la pressione virale aumenterà nei prossimi mesi. Invito tutti alla massima vigilanza e al rispetto rigoroso delle misure di biosicurezza”. Situazioni analoghe si stanno registrando anche in Germania, Francia e Paesi Bassi, dove negli ultimi giorni sono stati segnalati nuovi casi tra volatili selvatici e domestici. L’Agenzia belga ha ricordato che l’influenza aviaria è una malattia virale altamente contagiosa che può colpire quasi tutte le specie di uccelli. La trasmissione avviene per contatto diretto con animali infetti o materiali contaminati, come lettiere e gabbie sporche. In rari casi il virus può infettare anche mammiferi, in seguito all’ingestione di carcasse contaminate o a esposizione prolungata, ma la trasmissione tra esseri umani resta “eccezionale” e finora non è mai stata osservata nel mondo.



















