Export alimentare in crescita: +6,9% a settembre, traino per il made in Italy sui mercati globali

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A settembre 2025 la dinamica del commercio estero italiano torna a mostrarsi vivace, con una crescita congiunturale più robusta per le importazioni (+4,1%) rispetto alle esportazioni (+2,6%). Il traino dell’export arriva esclusivamente dai mercati extra Ue, dove le vendite crescono del 6,4%, mentre nell’area Ue si registra un lieve arretramento dello 0,8%.

Nel terzo trimestre dell’anno il quadro rimane positivo: su base congiunturale l’export aumenta del 2,0%, mentre l’import rimane pressoché invariato (+0,1%). Su base annua, settembre evidenzia un deciso rafforzamento: l’export cresce del 10,5% in valore (+7,9% in volume) e l’incremento riguarda sia i partner Ue (+10,2%) sia quelli extra Ue (+10,9%). Le importazioni aumentano del 9,9% in valore e dell’11,9% in volume, con una crescita più marcata dai mercati extra Ue (+13,7%).

Il contributo settoriale alla crescita dell’export è ampio e diffuso. Brillano gli articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+39,4%), i metalli di base e prodotti in metallo (+19,0%), i mezzi di trasporto esclusi gli autoveicoli (+29,6%) e i macchinari n.c.a (+7,1%). Bene anche alimentari, bevande e tabacco (+6,9%). In calo solo gli articoli sportivi e affini (-7,5%) e le sostanze chimiche (-1,5%).

Dal lato geografico, i contributi più rilevanti alla crescita dell’export provengono da Stati Uniti (+34,7%), Francia (+19,5%), Spagna (+14,7%), paesi OPEC (+24,2%), Svizzera (+10,4%), Germania (+4,2%) e Polonia (+15,0%). Segnano invece flessioni Turchia (-32,8%), paesi MERCOSUR (-3,1%) e Belgio (-0,6%).

Considerando i primi nove mesi del 2025, l’export cresce del 3,5%, sostenuto soprattutto da farmaceutica (+35,0%), mezzi di trasporto esclusi autoveicoli (+14,2%), metalli (+6,7%) e alimentari-bevande-tabacco (+5,0%). Deboli o in calo gli altri comparti, con riduzioni rilevanti per coke e raffinati (-13,5%) e autoveicoli (-9,9%). Il saldo commerciale migliora a +2,85 miliardi di euro (era +2,32 miliardi un anno prima). Il deficit energetico si restringe a -3,39 miliardi da -4,26, mentre l’avanzo dei prodotti non energetici scende a 6,24 miliardi (da 6,57).

Sul fronte dei prezzi, a settembre i prezzi all’import diminuiscono dello 0,2% rispetto al mese precedente e del 2,5% su base annua, con una flessione legata ai minori costi di petrolio greggio e gas naturale. Istat comunica inoltre che i dati 2024 del commercio estero sono ora definitivi, con aggiornamenti su serie grezze, destagionalizzate e indici, e rileva come la forte crescita tendenziale dell’export sia diffusa per settori e aree geografiche, mentre il calo dei prezzi all’import continua ma con intensità attenuata rispetto ai mesi precedenti.

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