Le condizioni attuali indicano un aumento diffuso della produzione mondiale di derrate agricole, accompagnato da una forte crescita dei consumi e da un recupero delle scorte. Tuttavia, variabilità climatica e incertezze commerciali potrebbero frenare questo slancio, secondo il nuovo Food Outlook pubblicato oggi dalla FAO.
Le previsioni aggiornate indicano che grano, cereali a paglia e riso raggiungeranno livelli produttivi record, trainati dall’Asia e dall’America Latina. Anche i rapporti scorte/utilizzi sono in aumento, segnalando un miglioramento della disponibilità globale. Il rapporto, diffuso due volte l’anno, analizza le prospettive dei mercati di cereali, semi oleosi, zucchero, carne, lattiero-caseario e prodotti della pesca, con approfondimenti dedicati all’olio d’oliva, ai fertilizzanti e alla bolletta alimentare mondiale.
“Il rimbalzo della produzione globale è un segnale positivo per la stabilità dei mercati”, ha dichiarato il capo economista FAO Maximo Torero. “Ma dietro i numeri si celano rischi persistenti, dal meteo estremo alle tensioni commerciali, che possono rapidamente modificare disponibilità e accesso al cibo”.
Nei mercati di grano, mais e riso l’abbondanza di scorte esportabili sta spingendo al ribasso i prezzi internazionali, mentre i consumi – soprattutto di riso – accelerano nei Paesi a basso reddito e con deficit alimentare.
Tra le evidenze principali: le scorte globali di grano sono attese in crescita del 3,6% fino a raggiungere un nuovo massimo entro fine campagna 2026; quelle di riso del 2,2%. La produzione mondiale di carne aumenterà dell’1,4%, trainata dal pollame, mentre quella bovina è in calo per via della riduzione delle mandrie in Brasile e USA. Nel comparto zucchero, i raccolti record di Brasile, India e Thailandia faranno crescere le scorte più della domanda. Al contrario, per gli oli vegetali i consumi supereranno la produzione, complice il calo dei raccolti di soia in vari Paesi produttori. Segnali positivi anche dalla pesca: la produzione totale crescerà dell’1,7%, con un aumento del 2,5% dei consumi pro capite di prodotti dell’acquacoltura.
Il focus sull’olio d’oliva prevede un ritorno alla normalità dopo due anni di siccità: i prezzi all’ingrosso in Spagna e Grecia sono scesi di oltre la metà rispetto al 2024, mentre la Tunisia si avvia verso un raccolto record superiore alle 400 mila tonnellate, che potrebbe portarla al secondo posto mondiale. La ripresa dei consumi potrebbe spingere il commercio globale a un massimo storico, anche se i dazi statunitensi continueranno a limitare i flussi.
Per i fertilizzanti, la FAO registra un recupero nell’utilizzo 2024/25 grazie alla maggiore disponibilità e a prezzi più bassi rispetto ai picchi del 2022. A settembre 2025 il prezzo medio del paniere FAO era di 489 dollari/tonnellata, il 40% in meno rispetto al massimo dello stesso anno, sostenuto dalla ripresa delle esportazioni cinesi.
Infine, la bolletta alimentare mondiale 2025 è stimata in crescita dell’8%, fino a 2,22 trilioni di dollari. L’aumento è trainato dai prezzi dei prodotti ad alto valore – in particolare caffè e cacao – cresciuti in media del 34,5%. Nei Paesi più poveri, invece, preoccupano i forti rincari degli oli vegetali (+58% nella spesa), soprattutto del palmisto. Importazioni più economiche di cereali e zucchero dovrebbero però alleggerire la pressione su molte economie, con un import bill dei Paesi a basso reddito in leggero calo e una crescita moderata nell’Africa sub-sahariana.



















