Nel suo ultimo rapporto Rabobank traccia un quadro cauto per il mercato globale del suino nel 2026, nonostante un alleggerimento dei costi delle materie prime grazie ai raccolti record in Nord America e alle condizioni di semina favorevoli in Sud America. Le tensioni commerciali, i rischi sanitari e la pressione regolatoria continuano infatti a frenare l’espansione degli allevamenti, spingendo i produttori a puntare su produttività, biosicurezza e maggiori pesi carcassa.
In Europa (UE27 + UK) la produzione di luglio 2025 è cresciuta del 3,5% su base annua, trainata da Spagna (+7%) e Polonia (+5%). Le esportazioni hanno registrato un +3% annuo, favorite dalle tensioni commerciali USA-Cina, ma i prezzi si sono indeboliti con il calo stagionale della domanda e l’aumento dell’offerta. I dazi antidumping imposti dalla Cina da settembre hanno ulteriormente compresso le marginalità, mentre gli invii dal Regno Unito mostrano maggiore resilienza. Per il 2026 è previsto un rallentamento della crescita produttiva, con mandrie in contrazione.
In Cina il Governo ha ordinato un taglio di 1 milione di scrofe (-2,5%) entro inizio 2026 per sostenere i prezzi e ridurre la competizione interna. L’oversupply dovrebbe persistere fino a fine 2025, prima di un calo produttivo del 3–5% nel 2026. Le importazioni resteranno stabili, perché Pechino punta a contenere gli acquisti esteri per sostenere i listini locali.
Il Brasile resta l’outperformer globale: export a +26% annuo a settembre e ricavi a +30%. La produzione è cresciuta del 4% nel primo semestre e si attende un ulteriore +2–3% sull’anno. È l’unico grande player che incrementerà la mandria scrofe nel 2026 (+3–4%), sostenuto da costi di alimentazione favorevoli e domanda internazionale robusta.
In Nord America, gli USA mantengono un approccio conservativo: la mandria scrofe resta sotto i 6 milioni di capi (-1,3%) e la crescita 2026 dipenderà da efficienza e pesi carcassa. I prezzi, superiori del 14% alla media quinquennale nel Q3, sono attesi in moderazione per la maggiore offerta stagionale e la competizione del pollame. In Canada la produzione è salita del 2,9% nel Q3 e punta a 2,3 milioni di tonnellate, massimo storico, mentre le esportazioni crescono del 4,8% YTD.
Il Messico affronta un contesto opposto, con malattie che comprimono produttività e margini. La produzione 2025 dovrebbe calare del 3–5% e i prezzi restano elevati, mentre le importazioni aumentano del 10% annuo per compensare il deficit interno.
In Asia orientale e sud-orientale il quadro è eterogeneo: consumi in calo in Giappone, offerta limitata e prezzi elevati in Corea del Sud (+19% ad agosto), crisi sanitaria persistente in Vietnam con 648.000 capi abbattuti e forte aumento delle importazioni, pressione sanitaria anche nelle Filippine (mandrie -5,6%) con acquisti esteri a +27%. Per il 2026 Rabobank prevede un mercato ancora complesso, con leve di competitività sempre più legate a efficienza operativa, resilienza sanitaria e capacità di presidiare i mercati export ad alto valore.



















