L’ultimo aggiornamento di Areté offre una fotografia dettagliata di tre mercati particolarmente dinamici nelle ultime settimane: il pomodoro da industria, che mostra un inatteso rimbalzo delle quotazioni nonostante l’aumento produttivo; il mais, caratterizzato da uno spread record tra Italia ed Euronext dovuto ai forti ritardi della raccolta ucraina; e il caffè, dove la decisione degli Stati Uniti di azzerare i dazi sul Brasile ha generato immediate ripercussioni sulle esportazioni e sulle quotazioni internazionali. Una lettura trasversale che evidenzia come fattori produttivi, geopolitici e commerciali stiano incidendo in modo significativo sui listini delle principali commodity agrifood.
Dopo la flessione registrata alla fine della campagna di trasformazione, i derivati del pomodoro rilevati dalla Camera di Commercio di Parma mostrano una ripresa: +4% per passata e polpa cubettata, +3% per la polpa triturata e +2% per doppio e triplo concentrato.
Secondo Areté, il rialzo si inserisce in un contesto produttivo favorevole: la campagna 2024 ha segnato un +8% sull’anno precedente. Tuttavia, i costi della materia prima – più elevati delle attese – e le rese inferiori hanno limitato i ribassi, mantenendo i prezzi italiani su livelli nettamente superiori rispetto alle principali origini estere.
Nei primi mesi della campagna 2025/26 i prezzi finanziari del mais hanno toccato i livelli medi più bassi dal 2019/20 sui mercati USA ed europei, grazie al raccolto record americano e alle prospettive molto positive in Sud America.
Il mercato italiano segue invece una dinamica divergente: le quotazioni restano più alte, con uno spread record rispetto a Euronext. Areté calcola che il differenziale tra il c.tto 103 di Bologna e la prima scadenza Euronext abbia raggiunto in media 48 €/t nel 2025/26, l’80% in più rispetto alla media delle ultime cinque campagne.
Il principale driver è l’Ucraina: le piogge hanno rallentato la raccolta (71% al 20 novembre contro il 94% del 2024) e le esportazioni cumulate risultano ancora a -53% ad ottobre, a causa anche degli attacchi russi alle infrastrutture energetiche, che complicano essiccazione, carico e logistica. Il ritardo nell’arrivo del mais ucraino riduce le importazioni europee e sostiene i prezzi nei Paesi dipendenti dall’import, Italia in primis.
Areté evidenzia inoltre un importante sviluppo sul fronte del caffè: il governo USA ha cancellato completamente i dazi sulle importazioni agricole dal Brasile, inclusi il caffè. L’ordine esecutivo del 20 novembre rimuove anche il dazio aggiuntivo del 40% introdotto a luglio durante la fase di tensione politica tra i due Paesi.
La misura, valida dal 13 novembre, potrebbe aprire anche alla possibilità di rimborsi dei dazi già versati.
Il Brasile, che rappresenta circa il 40% del caffè importato dagli Stati Uniti, ha visto crollare le spedizioni verso il mercato americano del 52% tra agosto e ottobre 2025, con impatti sulle scorte e pressioni su origini alternative. La reazione del mercato è stata immediata: il 21 novembre le quotazioni dell’arabica all’ICE hanno aperto la seduta a -6%. Leader in Italia per analisi e previsioni sui mercati delle materie prime, Areté supporta da oltre vent’anni aziende dell’industria, istituzioni nazionali ed europee, governi esteri e associazioni di categoria, fornendo strumenti decisionali basati su dati e metodologia proprietaria.



















