Il settore retail britannico attraversa una fase complessa, compressa tra inflazione persistente, margini ridotti e un contesto occupazionale in rapido mutamento. In questo quadro, il British Retail Consortium (BRC) richiama l’attenzione sulla necessità di interventi più incisivi per sostenere investimenti, competitività e occupazione. La risposta dell’associazione alle nuove misure fiscali e regolatorie evidenzia un equilibrio delicato: alcuni provvedimenti offrono sollievo, altri rischiano di generare ulteriori pressioni su un comparto che occupa milioni di persone e rappresenta un tassello fondamentale dell’economia nazionale.
Per Helen Dickinson, Chief Executive del BRC, il pacchetto di interventi presenta luci e ombre. La riduzione permanente delle aliquote business rates è giudicata un passo avanti, ma l’introduzione di un nuovo surtax per i grandi punti vendita viene definita “contraddittoria” rispetto agli obiettivi di rilancio delle high street. I retailer di maggiori dimensioni, che già sostengono un terzo del gettito del settore, si ritroveranno infatti a far fronte a nuovi costi in un momento di forte incertezza sui consumi.
Sul fronte del lavoro, il settore sta già assorbendo gli effetti di un incremento dei costi occupazionali stimato in 5 miliardi di sterline nell’ultimo anno. L’aumento del National Living Wage era atteso, ma l’accelerazione delle retribuzioni minime per gli under-21 potrebbe – secondo il BRC – frenare nuove assunzioni in un comparto che ha perso circa 100.000 posti nell’ultimo anno. Alle preoccupazioni salariali si aggiungono quelle legate all’Employment Rights Bill, che potrebbe introdurre ulteriori complessità gestionali per i retailer.
Tra i nodi critici emerge anche la riforma delle importazioni a basso valore: se la chiusura del de minimis loophole viene considerata positiva, la scadenza fissata al 2029 appare troppo lontana per affrontare tempestivamente il boom degli acquisti transfrontalieri, raddoppiati in un anno fino a 1,6 milioni di pacchi al giorno. Ritardi nell’allinearsi agli standard europei e statunitensi rischiano, secondo il BRC, di penalizzare la concorrenza interna e aumentare i rischi per i consumatori.
Altre misure sollevano ulteriori interrogativi: i cambiamenti al Salary Sacrifice, che ridurranno i vantaggi per i dipendenti e aggiungeranno costi significativi per le imprese, e l’estensione della Soft Drinks Industry Levy, che potrebbe far aumentare il prezzo di alcune bevande nonostante gli ingenti investimenti già realizzati dalla GDO per ridurre gli zuccheri.
Un segnale pienamente positivo arriva invece dalla rimozione dell’Iva sulle donazioni dirette di beni a enti benefici, una correzione che – secondo il BRC – potrà favorire un flusso più ampio di aiuti diretti alle famiglie in difficoltà.
Nel complesso, l’analisi del BRC restituisce l’immagine di un comparto che resta fragile. Le misure introdotte rappresentano un parziale alleggerimento, ma non risolvono le sfide strutturali che il retail britannico si trova ad affrontare: pressione sui costi, trasformazione dei modelli di consumo, concorrenza internazionale e investimenti necessari per sostenibilità e digitalizzazione. Per il settore, avverte Dickinson, “i prossimi mesi saranno determinanti per capire chi riuscirà a restare competitivo e chi faticherà a tenere il passo”.



















