I dati cumulati gennaio–settembre 2025 del Nomisma Wine Monitor delineano un quadro di generale rallentamento dell’import di vino nei principali mercati mondiali rispetto allo stesso periodo del 2024. Il contesto internazionale appare debole, con cali diffusi e una crescente pressione sui prezzi, a fronte di poche eccezioni che mostrano ancora segnali di crescita.
Sul fronte dei valori, soltanto tre mercati registrano un andamento positivo: Germania (+4,6%), Svizzera (+2,4%) e Brasile (+3,5%). Di segno opposto, invece, i risultati di alcuni mercati chiave come Regno Unito (-4,5%), Cina (-7,1%) e Corea del Sud (-9,4%), che confermano una fase di raffreddamento della domanda.
Ancora più disomogeneo l’andamento dei volumi. La Cina evidenzia un vero e proprio crollo (-22,4%), segnale di una profonda revisione dei consumi di vino importato. Tengono o crescono, invece, alcuni mercati extraeuropei come Corea del Sud (+7,4%), Australia (+6,4%) e Brasile (+4,8%), a conferma di dinamiche selettive.
In questo scenario complesso si inserisce anche il vino italiano. Nei primi nove mesi del 2025 l’export dall’Italia registra un calo complessivo del 2,2% a valore e dell’1% a volume. Le eccezioni più evidenti arrivano da Canada e Brasile: il primo cresce del 9,3% a valore e dell’11,6% a volume, il secondo dell’8,7% a valore e del 2,7% a volume. Segnali positivi, tuttavia, che non compensano le difficoltà diffuse.
La Germania torna a offrire indicazioni incoraggianti per l’Italia, con un +8,2% a valore, pur in presenza di volumi sostanzialmente stabili (-1,3%). Restano invece in difficoltà mercati come Cina, Giappone e Svizzera, che proseguono il trend negativo già avviato nel 2024.
Negli Stati Uniti, primo mercato mondiale per l’import di vino, i volumi tengono ma il valore arretra. Le importazioni complessive di vini imbottigliati segnano -5,8% a valore e +0,1% a volume. Per il vino italiano il divario è ancora più marcato: -8,3% a valore a fronte di un +1,8% a volume, segnale di una riduzione del prezzo medio legata a dazi e politiche di contenimento dei prezzi.
Il Canada si conferma uno dei mercati più dinamici del 2025. Nonostante un calo complessivo dell’import di vino (-7,6% a valore), l’Italia cresce a doppia cifra, beneficiando anche dell’uscita di scena dei vini statunitensi, le cui importazioni crollano di oltre il 70%. Ne approfittano anche Francia e Spagna, ridisegnando temporaneamente gli equilibri competitivi.
In Germania emergono segnali di ripresa (+6,3% a valore e +0,7% a volume), con l’Italia che rafforza la propria leadership. Al contrario, il Regno Unito continua a ridursi, con un calo del 5% a valore e del 2,6% a volume, che coinvolge tutti i principali fornitori.
Nel complesso, il 2025 si configura come un anno di assestamento per il vino internazionale: la crescita dei volumi non sempre genera valore e la competizione sul prezzo diventa centrale. Per il vino italiano, la sfida dei prossimi mesi sarà presidiare i mercati più resilienti e adattarsi a nuovi equilibri commerciali in rapido cambiamento.



















