Il mondo agricolo britannico vive un momento di forte tensione, e i dati del nuovo rapporto Farmdex pubblicato da McCain Foods lo confermano in modo inequivocabile: il 74% degli agricoltori intervistati si dichiara «pessimista» sul futuro dell’agricoltura nel Regno Unito, segno di un clima imprenditoriale oggi molto difficile. Nel corso dell’ultimo anno, il 51% degli agricoltori ha preso in considerazione di abbandonare il settore: un dato che getta ombre importanti sulla tenuta del comparto primario.
L’indagine, condotta su 200 agricoltori britannici tra il 14 e il 18 luglio 2025, copre aziende sia cerealicole/arabili sia allevamenti, e fornisce una fotografia ampia della vita professionale e personale degli operatori agricoli. Un elemento centrale emerso è il forte impatto sul benessere psicologico: il 61% degli agricoltori dichiara che il proprio lavoro ha ripercussioni negative sulla salute mentale e il 36% lavora più di 70 ore settimanali nelle stagioni di punta.
La famiglia rimane un pilastro dell’attività agricola: l’83% degli agricoltori lavora insieme a parenti e il 60% afferma di dipendere dal sostegno familiare per portare avanti l’azienda. Tuttavia, il 95% teme che le aziende a conduzione familiare possano scomparire nel prossimo decennio se la situazione non cambia. A mettere sotto pressione il settore sono molteplici fattori: incertezza economica, politiche agricole in evoluzione, condizioni meteorologiche sempre più estreme e costi produttivi in aumento.
Eppure, non tutto è cupo. Il rapporto mette in evidenza anche elementi di resilienza: il 68% degli agricoltori considera l’investimento in tecnologia fondamentale per il futuro del settore, e il 71% ha già adottato pratiche sostenibili come rotazione delle colture, minima lavorazione del suolo e agricoltura di precisione. Molte aziende agricole stanno inoltre diversificando le attività: agriturismo, produzione di energie rinnovabili e business complementari vengono considerati vie di sviluppo, sebbene costi iniziali e burocrazia rappresentino ancora ostacoli significativi.
In risposta a questo quadro, McCain Foods lancia un appello per una collaborazione più stretta tra istituzioni, industria e agricoltura, con l’obiettivo di garantire la sicurezza alimentare, sostenere le imprese familiari e fornire maggiore chiarezza sulle politiche di sostegno. Tra le priorità indicate: promuovere l’agricoltura rigenerativa, tutelare la sicurezza alimentare nazionale, offrire certezze regolatorie e commerciali, sostenere la sostenibilità delle aziende familiari e garantire accordi commerciali equi.
“L’agricoltura è il fondamento del sistema alimentare britannico e la sua importanza per l’economia e la sicurezza alimentare non può essere sottovalutata” ha dichiarato James Young, Vice President Agriculture di McCain GB&I. “Gli agricoltori affrontano sfide complesse, eppure mostrano una resilienza incrollabile”. Young ha ricordato che McCain collabora con circa 250 agricoltori nel Regno Unito e ha investito oltre 100 milioni di sterline nel proprio bacino produttivo dal 2020, sottolineando che serve un impegno condiviso per affrontare la crisi.
La fotografia emersa dal rapporto Farmdex è quella di un settore al bivio: da un lato segnali preoccupanti — burnout, abbandono del settore, rischio generazionale — dall’altro una forte volontà di innovazione e adattamento. Per l’Italia e l’Europa, il messaggio è chiaro: senza una strategia condivisa e risorse adeguate, il comparto agricolo rischia di contrarsi proprio mentre diventa centrale per sicurezza alimentare e transizione ecologica. Serve agire ora per evitare che la crisi si trasformi in collasso.


















