L’Autorità britannica per la concorrenza e i mercati (CMA) ha espresso preoccupazioni sulla fusione tra Greencore e Bakkavor, due giganti del private label alimentare, ritenendo che l’operazione possa ridurre in modo sostanziale la concorrenza nel mercato dei sughi refrigerati a marchio del distributore. Nella decisione di “Fase 1”, la CMA ha tuttavia chiarito che non emergono rischi analoghi nei segmenti dei piatti pronti italiani refrigerati o delle insalate confezionate, dove la presenza di altri fornitori consolidati come Oscar Mayer, Samworth Brothers, 2 Sisters e Pilgrim’s Pride mantiene un sufficiente livello competitivo.
L’autorità ha concesso alle due aziende tempo fino al 3 novembre per proporre rimedi che attenuino le criticità riscontrate nel comparto dei sughi, evitando così il passaggio a un’indagine di “Fase 2”, più approfondita e potenzialmente più onerosa. Secondo la CMA, i principali concorrenti nel mercato britannico dei sughi – 2 Sisters Food Group e Billington Foods – risultano “materiali” ma più deboli rispetto alle due società in via di fusione.
In un comunicato congiunto, Greencore e Bakkavor hanno dichiarato di voler collaborare “in modo costruttivo” con l’Autorità per risolvere le questioni sollevate, confermando l’obiettivo di completare l’operazione entro l’inizio del 2026. Dalton Philips, CEO di Greencore, ha definito il processo “costruttivo” e ha sottolineato che la decisione “conferma la natura altamente complementare delle nostre attività e dei nostri portafogli prodotti, tra ‘food for now’ e ‘food for later’”.
Il 99,98% degli azionisti di Bakkavor ha già approvato la fusione, che darà vita a un colosso del private label da circa 4 miliardi di sterline (5,3 miliardi di dollari) di fatturato annuo. Anche il consiglio di amministrazione di Greencore ha dato il via libera. Mike Edwards, CEO di Bakkavor, ha commentato: “Le indicazioni positive della CMA rappresentano un passo importante, che ci consente di lavorare rapidamente verso la finalizzazione della transazione all’inizio del 2026”.
L’accordo, annunciato in via preliminare ad aprile e formalizzato a maggio dopo due offerte precedenti respinte, prevede un pagamento in contanti e azioni. Tuttavia, resta aperta la questione occupazionale: Greencore stima che fino al 5% della forza lavoro complessiva – circa 1.500 persone – possa essere coinvolta in riduzioni di personale dovute a razionalizzazioni di uffici e stabilimenti. Con la fusione, Bakkavor porterà in dote pizze, pane, dessert e salse refrigerate, ampliando l’attuale portafoglio di Greencore, che comprende sushi, snack, quiche, zuppe, sughi, sottaceti e Yorkshire pudding. Entrambe le aziende competono con i marchi industriali nel segmento dei piatti pronti e riforniscono le principali catene britanniche con prodotti food-to-go e insalate confezionate.


















