Barry Callebaut, il più grande produttore mondiale di cioccolato, starebbe valutando una possibile separazione della propria divisione globale del cacao dal resto del gruppo. Lo riferiscono tre fonti a conoscenza del dossier, citate da Reuters. L’operazione sarebbe ancora in una fase preliminare e avrebbe come obiettivo principale la riduzione dell’esposizione del gruppo alla forte volatilità dei prezzi del cacao, oltre al miglioramento del profilo finanziario complessivo.
Tra le opzioni allo studio vi sarebbe lo scorporo della divisione con una successiva cessione di una quota di minoranza, ma non è esclusa nemmeno la creazione di una joint venture, una fusione con un’altra realtà industriale o, in ultima istanza, la vendita totale dell’attività. Secondo le fonti, Barry Callebaut avrebbe avviato nelle ultime settimane colloqui con alcuni advisor per valutare una separazione dell’unità, che si occupa della lavorazione del cacao e della fornitura di fave sia alle proprie fabbriche sia ad altri produttori di cioccolato.
Una possibile scissione consentirebbe al gruppo di proteggersi meglio dalle oscillazioni delle materie prime e di concentrare risorse e investimenti sul business del cioccolato a più alta marginalità. Quest’ultimo include, tra le altre attività, la produzione conto terzi per grandi marchi internazionali come KitKat di Nestlé e Magnum, il brand di gelati recentemente scorporato da Unilever. La separazione potrebbe inoltre permettere a Barry Callebaut di ottimizzare la propria struttura finanziaria, distinguendo due attività con profili di rischio molto diversi.
Le fonti sottolineano tuttavia che non vi è alcuna certezza che il gruppo decida effettivamente di procedere con una riorganizzazione. Interpellato da Reuters, un portavoce di Barry Callebaut ha rifiutato di commentare le indiscrezioni, ribadendo che il gruppo sta portando avanti il programma strategico “BC Next Level”, presentato in occasione dei risultati annuali. Le priorità strategiche restano il de-leveraging, il rafforzamento della posizione finanziaria e la riduzione dell’esposizione alla volatilità, in preparazione a una nuova fase di crescita sostenibile.
Il mercato ha reagito positivamente alle indiscrezioni: il titolo Barry Callebaut è salito fino al 10%, per poi ridurre i guadagni e attestarsi a +5,8%, avviandosi verso la miglior seduta dal mese di aprile 2024. Secondo gli analisti, una separazione potrebbe avere una logica finanziaria, ma comporterebbe anche una complessità significativa. Jon Cox di Kepler Cheuvreux ha ricordato che circa due terzi delle vendite lorde della divisione cacao sono generate internamente dal business del cioccolato. Matteo Lindauer di Vontobel ha aggiunto che la divisione cacao è considerata strategica anche dalla famiglia Jacobs, che controlla circa il 30% del capitale del gruppo. Barry Callebaut è presente in un prodotto su quattro tra cioccolato e cacao consumati nel mondo, confermando la propria leadership globale. Il gruppo opera attraverso tre segmenti principali: Global Cocoa, Food Manufacturers e Gourmet & Specialties.
Dopo il picco dei prezzi del cacao registrato nel 2024 a causa delle cattive condizioni dei raccolti in Costa d’Avorio e Ghana, il 2025 ha visto un raffreddamento delle quotazioni grazie al calo della domanda e a una maggiore offerta da altri Paesi. Prima del rally di questa settimana, il titolo Barry Callebaut segnava un +3,6% da inizio anno, dopo un 2024 particolarmente volatile. Alla chiusura di lunedì, la capitalizzazione del gruppo era pari a 6,62 miliardi di franchi svizzeri, con il titolo che oggi vale circa la metà del massimo storico toccato nell’agosto 2021.



















