La fiducia dei consumatori britannici ha subito nel secondo trimestre dell’anno il calo più marcato dal 2022, secondo l’ultima indagine di Deloitte. L’indice di fiducia è sceso di 2,6 punti percentuali, attestandosi al 10,4%, il livello più basso dal primo trimestre 2024. Si tratta della prima vera flessione dalla crisi innescata dal piano di bilancio del governo Truss nel 2022, escludendo un lieve calo nel 2024 considerato statisticamente irrilevante.
Alla base del peggioramento ci sarebbero timori crescenti per la sicurezza del lavoro e la stagnazione dei redditi, aggravati da un’inflazione persistente e dall’alto costo della vita. “I consumatori sono sempre più preoccupati per la stabilità occupazionale e le prospettive di crescita del reddito,” ha spiegato Celine Fenech, consumer insight lead di Deloitte.
Il rallentamento dell’occupazione è legato, secondo le imprese, all’aumento delle imposte sul lavoro, al salario minimo rafforzato in aprile e alle nuove norme che rendono più difficile licenziare i neoassunti. Il tasso di disoccupazione è salito al 4,7% nei tre mesi fino a maggio, il massimo dal 2021, mentre l’inflazione ha raggiunto il 3,6% a giugno, il livello più alto da gennaio 2024.
Il sondaggio Deloitte, condotto su 3.200 persone tra il 13 e il 16 giugno, misura la fiducia in base a sei indicatori: sicurezza del lavoro, opportunità occupazionali, reddito, debito, benessere dei figli e salute generale. Curiosamente, la percezione sull’economia nazionale ha registrato un lieve miglioramento (+3,9 punti), pur restando ben al di sotto dei livelli del 2024.
Il quadro tracciato da Deloitte si discosta da quello emerso nel sondaggio GfK, che ha mostrato un trend in crescita. “L’attività economica è rallentata, ma la fiducia delle imprese resta solida,” ha osservato l’economista capo di Deloitte Ian Stewart.
