Dal report di LSA emerge un cambiamento strutturale nella rete francese di Auchan: il gruppo ha deciso di ridimensionare in modo significativo una parte importante dei suoi ipermercati. Entro la fine del 2026, 45 punti vendita passeranno da superfici superiori ai 10.000 metri quadri a spazi più contenuti, attorno agli 8.000 mq. Si tratta della prima parte di un più ampio piano di razionalizzazione che, complessivamente, entro il 2027 riguarderà 66 strutture in tutta la Francia.
Secondo le analisi, la riduzione non va letta come un semplice taglio, ma come un adattamento a un nuovo modello di consumo. Infatti, l’ipermercato tradizionale fatica a mantenere redditività con spazi troppo estesi, in contesti dove i consumatori privilegiano acquisti rapidi, assortimenti mirati e maggiore prossimità.
L’obiettivo di Auchan è dunque duplice: da un lato, contenere i costi di gestione e ridurre gli spazi “vuoti” spesso difficili da valorizzare; dall’altro, rilanciare il format con superfici più agili, integrate da ristorazione, aree di servizi e più forte digitalizzazione dell’esperienza di spesa.
Il piano riguarda quasi la metà del parco ipermercati Auchan sul territorio francese. LSA sottolinea che i 45 punti vendita già oggetto di ridimensionamento tra 2025 e 2026 apriranno la strada al completamento della trasformazione entro il 2027. La lista, pubblicata in esclusiva, include alcune tra le principali città francesi e segna una svolta nella strategia del gruppo.
Auchan, come altri player della distribuzione, si trova a ridefinire il proprio posizionamento in un mercato in evoluzione, dove le nuove abitudini di consumo, la crescita dell’e-commerce e le pressioni inflazionistiche spingono verso format più flessibili. Il downsizing a 8.000 mq rappresenta un compromesso tra l’ipermercato classico e modelli di supermercato esteso, con l’intento di intercettare nuovamente il cliente “famiglia” senza disperdere redditività.
In definitiva, la scelta testimonia la necessità di adattare la grande distribuzione a un’era in cui il “big box” perde appeal, sostituito da superfici più equilibrate, capaci di coniugare assortimento e gestione economica più sostenibile.