Costi in crescita e incertezza: le aziende vedono i dazi come la “nuova normalità”

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Le preoccupazioni delle imprese a livello globale sui dazi doganali continuano a crescere, seppur a ritmo leggermente rallentato. Secondo l’ultima edizione del Tariffs Sentiment Polls Report di GlobalData, il 37% delle 444 aziende intervistate dichiara di essere “molto più preoccupato” rispetto a sei mesi fa.

Si tratta di un calo rispetto ai mesi precedenti, quando le percentuali restavano stabilmente sopra il 50%, ma il trend rimane in ascesa. Il principale problema segnalato dalle imprese riguarda l’aumento dei costi di produzione: il 58% lo indica come la sfida più pesante, contro il 50% di aprile.

L’incertezza nella pianificazione di lungo periodo, pur retrocessa al secondo posto, resta centrale per il 54% delle aziende. Seguono la riduzione della domanda estera (33%) e la maggiore complessità normativa (35%), quest’ultima in crescita di sei punti da maggio.

Il rapporto sottolinea come le tariffe imposte dall’amministrazione Trump negli Stati Uniti e le contromisure adottate da altri Paesi stiano creando una “spirale di confusione” normativa e spingendo le aziende ad alzare i prezzi.

Quasi la metà delle imprese, infatti, ha già aumentato o intende aumentare i listini, mentre solo il 13% non ha piani in tal senso. Le altre puntano a ridurre i costi operativi o produttivi per compensare le spese crescenti.

Secondo GlobalData, il 77% degli intervistati si aspetta che le tariffe alimentino ulteriormente l’inflazione. Inoltre, il 45% delle aziende segnala che i dazi stanno condizionando le scelte di investimento e di espansione. Sempre più imprese, osserva il report, considerano ormai le tariffe “la nuova normalità” delle relazioni commerciali con gli Stati Uniti, integrandole nelle strategie di lungo periodo su catene di fornitura e prezzi.

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