Cresce il fatturato della filiera del latte, bene anche l’export nel primo semestre

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La filiera lattiero-casearia italiana consolida il proprio peso nell’economia agroalimentare con un valore di 7,1 miliardi di euro nella fase di allevamento e 21,8 miliardi nella trasformazione, in crescita del +9% nell’ultimo anno. L’Italia si conferma quinto produttore europeo di latte bovino, con 23mila allevamenti, 1,7 milioni di vacche e oltre 13mila tonnellate consegnate.

Secondo Ismea, negli ultimi dieci anni è in corso un processo di aggregazione che sta rafforzando la competitività del comparto: le aziende con oltre 5.000 capi, pur rappresentando meno del 5% del totale, detengono un terzo del patrimonio zootecnico. Oggi il sistema cooperativo conta 17mila stalle, 540 imprese di trasformazione e 13mila lavoratori, raccogliendo il 65% del latte italiano e producendo il 70% dei principali formaggi Dop.

L’export continua a trainare il settore: nel primo semestre 2025 le vendite oltreconfine sono aumentate del +15,7% in valore e del +5% in volume, dopo i 5,4 miliardi di euro e le 660mila tonnellate esportate nel 2024.

Cresce anche la fiducia dei consumatori: quasi 8 italiani su 10 dichiarano di credere nella qualità del latte e dei prodotti lattiero-caseari Made in EU. La fiducia è più alta tra i giovani e tra chi possiede un livello d’istruzione elevato. Due italiani su tre sanno riconoscere fake news sul latte, anche se restano margini di chiarimento su temi come lattosio, bevande vegetali e latte UHT.

“Serve continuare a rafforzare l’aggregazione del sistema produttivo per competere sui mercati internazionali. Il 63% del fatturato cooperativo deriva da sole 25 imprese: questo dimostra quanto siano decisive sinergie ed economie di scala” afferma Giovanni Guarneri, presidente del settore lattiero-caseario di Confcooperative Fedagripesca.

Guarneri ha inoltre sottolineato l’importanza di un’informazione corretta e coordinata con tutta la filiera: “Oggi ci rivolgiamo a un consumatore più consapevole, che chiede qualità, sicurezza, benessere animale e tracciabilità. Promuovere un consumo informato significa valorizzare il prodotto e chi lo produce”.

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