Carrefour, secondo player europeo della grande distribuzione alimentare, ha avviato una profonda “revisione degli attivi senza tabù” voluta dal presidente e CEO Alexandre Bompard. L’obiettivo è razionalizzare la presenza internazionale del gruppo, oggi distribuita in oltre 30 Paesi, concentrandosi sui mercati più redditizi e strategici.
Secondo quanto riportato da fonti finanziarie, alcuni Paesi sarebbero già entrati nella lista dei potenziali disimpegni. In primo piano c’è l’Italia, dove Carrefour gestisce più di 1.100 punti vendita ma ha registrato nel 2024 perdite operative per circa 67 milioni di euro. Il gruppo francese ha ceduto l’intera rete al consorzio NewPrinces e anche la Polonia e l’Argentina sono sotto osservazione. In entrambi i casi Carrefour ha affidato a banche d’affari un mandato esplorativo per valutare possibili cessioni, alla luce della bassa redditività e della forte instabilità macroeconomica.
Tra le ipotesi figura inoltre Taïwan, mercato geograficamente distante e caratterizzato da ritorni inferiori alle attese. Le operazioni in America Latina e in Asia, pur avendo potenziale di crescita, appaiono sempre più marginali rispetto al cuore europeo e al Brasile, mercato chiave del gruppo. Bompard ha ribadito che non esistono “santuari” e che ogni asset sarà valutato in base al suo contributo alla redditività e alla sostenibilità a lungo termine. La razionalizzazione permetterà a Carrefour di concentrare risorse su Francia, Spagna e Brasile, rafforzando al tempo stesso e-commerce e nuovi formati di prossimità. Se confermati, i disinvestimenti segneranno una svolta storica nella geografia del gruppo, che punta a uscire dai mercati più difficili per rafforzare la competitività nei Paesi a maggiore potenziale.
