Hershey si dice fiduciosa che l’inflazione del cacao possa trasformarsi in deflazione nel 2026, mentre prevede un impatto dei dazi doganali leggermente inferiore a quanto stimato in precedenza per l’anno in corso. Una notizia che arriva dopo mesi complessi segnati da rincari delle materie prime e dalle tensioni sui mercati globali del cacao, tuttora superiori del 70% rispetto ai livelli del 2023. Fondata nel 1894 in Pennsylvania, Hershey è uno dei maggiori produttori mondiali di cioccolato e snack, proprietaria di marchi iconici come Reese’s, Rolo, Hershey’s e Kit Kat (su licenza negli USA).
Nel terzo trimestre 2025, il gruppo ha registrato vendite complessive per 3,18 miliardi di dollari, di cui 2,62 miliardi provenienti dalla divisione North America Confectionery, la più rilevante in termini di ricavi. La crescita organica è stata rispettivamente del 6,2% e del 5,2%. Con i prezzi del cacao in graduale calo dai massimi storici e un impatto daziario rivisto al ribasso di 10 milioni di dollari – per un totale compreso tra 160 e 170 milioni – Hershey ha leggermente migliorato le previsioni di fatturato per l’anno fiscale 2025, stimando ora un incremento del 3% rispetto al precedente “almeno 2%”.
Resta invece negativa la dinamica degli utili per azione (EPS), che dovrebbero calare del 48-50% in termini riportati (contro il -50% previsto) e del 36-37% su base rettificata. Il CEO Kirk Tanner ha dichiarato: “Sebbene si stia registrando una convergenza tra la nostra strategia di prezzo e il miglioramento dei mercati delle commodity, i prezzi del cacao restano ancora molto elevati. Continueremo a gestire l’inflazione dei costi con tutti gli strumenti a disposizione”.
Il CFO Steve Voskuil ha spiegato che Hershey sta modellando per il 2025 un effetto netto dei prezzi tra cinque e sei punti percentuali, ma guarda con maggiore ottimismo all’anno successivo. “Le prospettive a lungo termine si stanno schiarendo. Ci aspettiamo un’inflazione del cacao anche nel 2026, ma in attenuazione, e ci auguriamo di vedere una fase deflazionaria nella seconda parte dell’anno”.
Nel trimestre, i volumi del comparto dolciario sono scesi dell’1%, compensati da un effetto prezzo positivo di sette punti. La divisione North America Salty Snacks, con 321 milioni di dollari di ricavi, ha mostrato una crescita organica del 10% grazie a un mix-volume positivo dell’11%.
Il segmento internazionale, più esposto alle fluttuazioni del cacao, ha realizzato vendite per 245 milioni di dollari e una crescita organica del 12,1%, con volumi in aumento del 6% e prezzi del +7%. “In molti mercati internazionali il cacao rappresenta una componente chiave dei nostri prodotti e delle nostre campagne pubblicitarie, quindi l’impatto dei costi è più evidente”, ha osservato Voskuil.



















