GDO Vs criminalità organizzata: quando il taccheggio diventa una questione di sistema

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Ciò che per decenni è stato considerato un “costo nascosto” della distribuzione moderna, oggi è diventato una vera emergenza strutturale. I furti nei supermercati italiani, fenomeno mai del tutto scomparso, nel 2025 mostrano un’accelerazione senza precedenti: secondo la ricerca Crime&Tech dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, le perdite per taccheggi e differenze inventariali superano i 4,6 miliardi di euro, equivalenti all’1,4–1,9% del fatturato del settore grocery e discount.

Ma dietro questi numeri si nasconde un mutamento profondo, culturale e criminale insieme.

Un tempo, il “mistero” delle differenze inventariali era un segreto mal custodito: una parte rilevante dei furti, lo sapevano tutti, proveniva dall’interno, da quei dipendenti che avevano accesso ai magazzini e alle casse. Negli anni Duemila fecero scalpore le telecamere nascoste che, in più di un’insegna, ripresero addetti che sottraevano merce o denaro. Era un tema tabù, ma circoscritto: un fenomeno endemico, gestito con controlli, formazione e, in molti casi, tolleranza implicita.

Oggi invece il fronte si è spostato all’esterno, e il salto di scala è evidente. Le catene della GDO parlano di una “escalation organizzata”: non più singoli episodi, ma vere e proprie reti criminali che agiscono con metodo, coordinamento e finalità commerciali. Non si tratta più di furti di necessità ma spesso siamo di fronte a furti “su commissione”, dove la merce rubata viene rivenduta a bar, ristoranti e forse anche a negozi compiacenti che magari non sono parte del mass market retail organizzato, ma rientrano in quel fenomeno non ben misurato (ma enorme) dei negozi etnici che diventano i supermercati notturni per tutti i cittadini, gestiti da stranieri con partite IVA che cambiano di frequente.

Le categorie merceologiche colpite raccontano bene l’evoluzione del fenomeno. Se un tempo il Parmigiano Reggiano era l’“oro dei supermercati”, oggi lo sono diventati anche tonno in scatola, caffè, cosmetici e carni pregiate: prodotti ad alto valore unitario, facilmente trasportabili e con mercato nero immediato. È un salto qualitativo che preoccupa non solo i direttori di punto vendita, ma anche le direzioni commerciali e logistiche, chiamate a ripensare layout, esposizione e gestione degli stock.

L’area geografica? L’intero Paese è coinvolto, dal Trentino alla Sicilia, con picchi registrati in Veneto e Toscana, regioni ad alta densità di supermercati e discount. Le contromisure si moltiplicano: sistemi antitaccheggio intelligenti, telecamere biometriche, scaffali “blindati” e nuovi protocolli di sicurezza, fino alla formazione del personale a non intervenire direttamente per evitare aggressioni fisiche.

Ma la vera questione è strategica: quanto può incidere, nel lungo periodo, questa erosione silenziosa sui margini della GDO? Le stime più recenti, che includono anche errori e inefficienze, parlano di oltre 6 miliardi di euro di perdite complessive, pari a circa 110 euro per cittadino italiano. Un dato che mette sotto pressione la già fragile redditività del comparto e che rischia di trasformare la gestione delle differenze inventariali in una nuova “leva competitiva”: chi saprà contenerle meglio, avrà un vantaggio diretto sul conto economico.

Alcune catene, come Conad, stanno sperimentando format che riducono l’accesso diretto ai prodotti più “sensibili”, in un equilibrio difficile tra sicurezza e customer experience. Altre, invece, scelgono la strada della deterrenza tecnologica o della collaborazione con le forze dell’ordine.

La verità è che la GDO si trova davanti a un bivio: continuare a considerare i furti come un inevitabile “costo del mestiere”, o riconoscerli per ciò che sono diventati — un indicatore sociale e competitivo che misura la tenuta del sistema distributivo nel suo complesso.

Perché se anche il tonno è diventato l’oro dei supermercati, allora non è più solo una questione di sicurezza: è il segnale di un mercato che rischia di scivolare nell’economia sommersa, trascinando con sé margini, fiducia e reputazione.

Il tema sarà al centro del “Live Event Barometro 2025” di Checkpoint Systems (in collaborazione con NielsenIQ), martedì 5 novembre 2025 alle 10:30 presso GS1 Italy, Milano.
Clicca l’immagine sottostante per info e registrazione:

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