Il Belgio vara una riforma fiscale per frenare la spesa oltreconfine

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Il ministro delle Finanze belga Jan Jambon ha annunciato una serie di misure volte a rendere più conveniente fare acquisti all’interno del Paese e ridurre il fenomeno diffuso dello shopping transfrontaliero. Sempre più cittadini, soprattutto nelle aree vicine ai confini, scelgono infatti di recarsi in Francia per fare la spesa, dove alcuni prodotti risultano fino al 44% più economici.

Secondo i dati dell’Osservatorio dei Prezzi, oltre un terzo dei belgi varca la frontiera almeno ogni cinque settimane per acquistare generi alimentari e beni di largo consumo, approfittando della politica francese di contenimento dei prezzi e dell’IVA più bassa rispetto al 21% applicato in Belgio.

La strategia di Jambon punta in particolare alla riduzione delle accise su diversi prodotti. “Abbassando le imposte indirette – ha dichiarato a VRT – possiamo non solo ridurre i prezzi, ma anche aumentare il gettito fiscale complessivo”. Una linea ribadita dalla portavoce Ilse Coopman: “La differenza di prezzo tra i due lati della frontiera è evidente”.

Tra i primi interventi previsti ci sono l’eliminazione delle accise su tè, caffè e bibite senza zucchero, l’abolizione del contributo sugli imballaggi riutilizzabili e un taglio sul prelievo applicato all’acqua imbottigliata e ad altri prodotti.

Il piano rientra negli impegni della coalizione federale per rilanciare il commercio interno, colpito dal divario competitivo con i Paesi vicini. “Il Belgio è già il Paese più tassato dell’OCSE – ha sottolineato Jambon – non possiamo gravare ulteriormente i cittadini. Invece possiamo creare una situazione win-win: più potere d’acquisto e più spesa nei nostri negozi”. Il governo federale intende inoltre valutare ulteriori riduzioni fiscali, in particolare in settori come l’alcol, che già soffrono perdite di entrate a causa degli acquisti oltreconfine.

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