Il latte britannico tocca il massimo da vent’anni ma i tagli ai prezzi incombono

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La produzione lattiera della Gran Bretagna è destinata a raggiungere il picco nel 2025/26, con un output stimato a 12,89 miliardi di litri, in aumento del 3,6% rispetto alla campagna precedente. È quanto emerge dall’ultimo aggiornamento di AHDB Dairy, che segnala una performance sostenuta da rese più elevate per vacca e da margini di profitto migliorati.

A favorire l’espansione è stato anche un rapporto “milk-to-feed” particolarmente favorevole, ai massimi da quasi vent’anni, grazie a una riduzione dei costi dei mangimi di circa 3% su base annua. Tuttavia, a partire dall’inizio del 2026, l’ente prevede un rallentamento della produzione, in parte dovuto alle recenti variazioni dei prezzi del latte alla stalla.

Il mercato mostra già segnali di pressione: a settembre i prezzi del burro sono diminuiti di £510 a tonnellata e quelli del formaggio di £410, a causa di un eccesso di offerta sul mercato interno. Alcuni operatori hanno già annunciato riduzioni dei prezzi alla stalla per novembre, mentre i contratti legati al biologico o al latte “speciale” tengono meglio grazie alla limitata disponibilità.

Secondo AHDB, il numero di vacche da latte nel Regno Unito è sceso dello 0,6% su base annua a luglio, segno di un lieve ridimensionamento del parco allevamenti. Parallelamente, i costi di produzione — tra energia, lettiere e foraggi — restano elevati, con un’inflazione media dell’8,6%.

In un contesto globale caratterizzato da una crescita più rapida dell’offerta lattiero-casearia, gli esperti invitano gli allevatori britannici a pianificare strategie più resilienti per affrontare la volatilità dei prezzi e i futuri vincoli ambientali.

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