Settimana di forti contrasti sui mercati delle materie prime agrifood. Da un lato, il cacao registra un deciso rallentamento nei consumi globali; dall’altro, il mais torna a salire dopo mesi di ribassi, complice l’incertezza climatica sulle prossime raccolte. Lo evidenzia il monitoraggio settimanale curato da Areté, società di analisi specializzata nel settore agroalimentare.
Dopo anni di domanda sostenuta e prezzi record, il mercato del cacao inizia a rallentare. I dati sulle macinazioni – indice chiave dei consumi industriali – mostrano cali consistenti nelle principali aree globali. In Europa, il secondo trimestre ha segnato un -7,2% su base annua, toccando i livelli più bassi dal 2019. Ancora più marcato il calo in Asia (-16,3%), mentre in Nord America la flessione è stata del 2,8%.
Areté sottolinea come, da inizio campagna (ottobre 2024), la contrazione complessiva sia del 9,4%. E anche se i prezzi si sono ridimensionati (-38% da metà maggio), restano ancora molto al di sopra delle medie storiche (+185% sui livelli pre-crisi).
Segnali opposti arrivano dal comparto cerealicolo. Dopo cinque mesi consecutivi di ribassi, il mais torna a salire nei mercati europei. A luglio, le quotazioni su Euronext e Bordeaux hanno registrato rialzi medi del 6%, trainando anche i listini italiani. A Bologna il contratto 103 ha toccato i massimi da quasi un anno. Dietro il rimbalzo, spiega Areté, ci sono timori crescenti per l’impatto delle condizioni meteo avverse – siccità e temperature elevate – in Europa e nell’area del Mar Nero. A peggiorare il quadro, la riduzione delle superfici coltivate prevista per il 2025/26 e l’avvio della campagna con scorte ai minimi (-13%). Elementi che accrescono l’attenzione sul prossimo raccolto, diventato cruciale per l’equilibrio del mercato.
