Lidl guida la transizione del discount tedesco verso l’RFID tra casse self-service e prevenzione dei furti

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Il furto nel retail non fa notizia quanto un colpo da 88 milioni al Louvre, ma nel mercato tedesco rappresenta ormai un fattore di costo strategico. E operatori come Lidl stanno reagendo in modo sistematico. In numerose filiali, il discounter applica oggi l’adesivo giallo “Gesicherter Artikel” su un crescente numero di referenze: energy drink, wafer-snack, formaggi stagionati, caffè premium, shampoo formato XXL, tagli di carne bovina e salmone da 500 g. L’antenna spiraliforme visibile in controluce indica l’uso di tecnologie RF/RFID, per anni considerate troppo onerose per il largo consumo.

La situazione è cambiata. I costi per tag ed etichettatura sono scesi a pochi centesimi, mentre i furti in negozio aumentano in parallelo alla trasformazione delle casse. Le casse self-service sono ormai consolidate: secondo l’ultima rilevazione EHI, oltre 11.000 punti vendita tedeschi ne dispongono; più di 6.240 sono nella grande distribuzione alimentare tedesca, con una media di 3,98 casse self-service per store. Lidl è tra i principali driver e sta ristrutturando la zona casse su larga scala, definendo il self-scanning come modalità d’acquisto pienamente equivalente.

Più automazione implica però maggiore esposizione ai furti. Per questo il settore combina oggi più livelli di presidio: barriere d’uscita, monitoraggio video con AI, personale dedicato e, sempre più spesso, RFID. I tag permettono la disattivazione alla cassa e un rilevamento più affidabile rispetto ai tradizionali sistemi acustico-magnetici. Il principio economico è lineare: meglio investire in prevenzione che contabilizzare perdite ripetute.

Lidl non entra nei dettagli e parla di “misure di settore, applicate selettivamente”. Ma l’estensione della bestickerung è evidente anche in store non classificati come hot spot. Le categorie interessate indicano un obiettivo preciso: contrastare il furto organizzato, focalizzato su prodotti compatti, costosi e facilmente ricollocabili.

Per ora, la tecnologia sembra limitarsi alla versione base: i tag vengono disattivati automaticamente al momento della scansione. La funzione avanzata — cioè l’identificazione automatica alle casse self-service senza passaggio singolo sul lettore, come avviene da anni in Uniqlo e Decathlon — non è ancora applicata, ma tecnicamente sarebbe già fattibile. RFID permette infatti di leggere prezzo, tipologia e seriale dell’articolo in frazioni di secondo.

In prospettiva, molti analisti ipotizzano un modello a due livelli: Articoli ad alto rischio dotati di RFID completo e riconoscimento automatico e Assortimento standard ancora gestito tramite scansione manuale. Oltreoceano, Walmart utilizza RFID per il monitoraggio della freschezza nei reparti serviti, confermando come la tecnologia possa supportare non solo la sicurezza ma anche la qualità operativa.

Oggi l’adesivo giallo nei discount tedeschi può sembrare un dettaglio marginale. Ma con la rapida diffusione delle casse self-service, la tecnologia RFID rischia di diventare, nel giro di pochi anni, una componente strutturale del modello discount. La logica è semplice: la tecnologia si impone quando riduce costi reali. E nella grande distribuzione alimentare tedesca, i furti in-store sono esattamente questo — un costo crescente e sempre più difficile da ignorare.

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