Unilever è stata costretta a posticipare la separazione del business dei gelati dal resto del gruppo FMCG a causa della chiusura temporanea degli uffici governativi negli Stati Uniti. La scissione, in preparazione dall’inizio del 2024, doveva essere completata a metà novembre con la quotazione in Borsa a New York, Londra e Amsterdam sotto il nome The Magnum Ice Cream Company (TMICC).
In una nota alla Borsa di Londra, il gruppo ha spiegato che “la revisione del calendario è dovuta all’impossibilità per la SEC di dichiarare efficace la registrazione necessaria per l’ammissione delle azioni TMICC al listino di New York”. Unilever non ha fornito una nuova data, ma ha ribadito che il progetto resta confermato e che l’operazione sarà completata nel 2025.
TMICC sarà guidata dal CEO Peter ter Kulve e dal CFO Abhijit Bhattacharya. Come annunciato, Unilever manterrà una quota del 20% per un periodo massimo di cinque anni, da ridurre progressivamente.
Nella stessa giornata, gli azionisti hanno approvato la riclassificazione dei titoli post-scissione, ma anche tale processo subirà ritardi per effetto dello shutdown, ormai al terzo settimana per il mancato accordo sul bilancio federale 2026.
Il rinvio arriva a due giorni dalla pubblicazione dei risultati trimestrali. Nel primo semestre 2025, Unilever ha registrato una crescita organica del 3,4% con un fatturato di 30,1 miliardi di euro. Il comparto gelati ha brillato con un +5,9% e vendite per 4,6 miliardi, mentre l’area food ha segnato un più modesto +2,2%.
La separazione, che comporterà costi stimati in 800 milioni di euro, darà vita a uno dei due principali player mondiali “puri” del settore insieme a Froneri (Nestlé-PAI Partners), con quote rispettivamente del 21% e dell’11% del mercato globale.