È ufficialmente iniziata la campagna 2025 del pomodoro da industria nel Nord Italia. I primi impianti di trasformazione hanno avviato la lavorazione domenica 13 luglio, con un anticipo che prelude a una stagione lunga, necessaria a gestire l’ampia disponibilità di materia prima. Le superfici coltivate, interamente a produzione integrata o biologica, risultano infatti in aumento rispetto agli anni precedenti.
Il bacino settentrionale registra 10.543 ettari coltivati a Piacenza, 8.132 a Ferrara, 4.299 a Parma e 4.123 a Mantova. Per il biologico, Ferrara guida con 2.705 ettari, seguita da Ravenna (329) e Verona (244). A livello regionale, l’Emilia-Romagna detiene il primato con il 64% delle superfici, seguita da Lombardia (21%), Piemonte (9%) e Veneto (6%).
“Il dato delle superfici a pomodoro da industria anche quest’anno in aumento nel Nord Italia – commenta Giuseppe Romanini, presidente dell’OI Pomodoro da Industria Nord Italia – conferma una crescente tendenza degli agricoltori a investire in questa coltura. Merito anche della solidità della filiera e della cooperazione tra produttori e trasformatori”.
Il comparto risponde così a una domanda industriale elevata, spinta soprattutto dalle esigenze dell’export e da una necessità di recuperare le perdite produttive causate dagli eventi climatici avversi degli ultimi due anni. Nonostante le difficoltà legate alle piogge di aprile, i trapianti sono avvenuti con una buona distribuzione temporale, lasciando ben sperare per un flusso regolare di raccolta e trasformazione.
Preoccupazioni emergono, tuttavia, sul fronte idrico. In molte aree la disponibilità d’acqua è critica a causa del divieto di prelievo da corsi superficiali. “Senza invasi, i territori entrano in sofferenza”, segnala l’OI, proprio mentre il fabbisogno irriguo è destinato a crescere fino ad agosto.