L’inflazione in Germania si è attestata al +2,3% su base annua nel mese di ottobre 2025, in lieve calo rispetto al +2,4% di settembre. Lo conferma Destatis, precisando che rispetto al mese precedente i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,3%. “Dopo due mesi di crescita, il tasso d’inflazione torna a diminuire leggermente”, ha dichiarato Ruth Brand, presidente di Destatis, sottolineando il ruolo ancora determinante dei servizi, cresciuti del 3,5% rispetto a un anno fa.
Il caro-servizi resta quindi la principale fonte di pressione inflazionistica, in un contesto in cui la crescita dei prezzi dei beni risulta più contenuta (+1,2%). Aumenti significativi si registrano per il trasporto passeggeri combinato (+11,4%), per i servizi sociali (+8,0%) e per la manutenzione dei veicoli (+5,3%).
Sul fronte energetico, la Germania beneficia ancora di un calo medio dei prezzi dell’energia (-0,9%) rispetto a ottobre 2024, in particolare per il gasolio da riscaldamento (-6%) e l’elettricità (-1,4%). Più costosi invece il gas (+0,9%) e la legna o i pellet (+2,5%), mentre i carburanti segnano un leggero aumento (+0,4%).
Anche gli alimentari rallentano la loro corsa: +1,3% su base annua, contro il +2,1% di settembre. Il ribasso è trainato da oli e grassi (-12,6%, con l’olio d’oliva a -22,7%) e dalle verdure (-4%, patate -12,6%). Restano però elevati i prezzi di zucchero e dolciumi (+8,2%), carne (+4,3%) e frutta (+3,1%).
Escludendo energia e alimentari, la cosiddetta inflazione di fondo (core) resta stabile al +2,8%, segnalando una persistente pressione sui prezzi nei settori non legati alle materie prime. Rispetto a settembre, i rincari più marcati riguardano i biglietti aerei (+19,4%), mentre i prezzi alimentari restano nel complesso invariati.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA), utilizzato da Eurostat per le comparazioni europee, conferma anch’esso una crescita del 2,3% annuo e dello 0,3% mensile. Secondo i dati preliminari dell’Eurozona, la Germania si mantiene su livelli di inflazione in linea con la media dell’area, in un contesto di progressiva normalizzazione dei prezzi dopo la crisi energetica del biennio 2022-2023.



















