I prezzi alla produzione in Germania tornano a scendere e il segnale che arriva dal fronte food & grocery è misto, tra alleggerimento dei costi a monte e nuove pressioni su alcune materie prime chiave.
Secondo i dati diffusi da Destatis, a novembre 2025 i prezzi alla produzione dei prodotti industriali sono diminuiti del 2,3% su base annua, risultando invariati rispetto a ottobre.
Nel comparto dei beni di consumo, che include l’alimentare, i prezzi sono risultati in aumento dell’1,3% rispetto a un anno fa, ma in calo dello 0,6% su base mensile, un segnale rilevante per l’evoluzione dei listini nella distribuzione moderna.
Nel dettaglio, i prezzi dei prodotti alimentari sono cresciuti dello 0,9% su base annua, ma sono scesi dello 0,9% rispetto a ottobre, indicando una possibile attenuazione delle tensioni nel breve periodo.
Le dinamiche interne restano però molto differenziate: carne bovina (+25,7%) e caffè (+18,7%) continuano a registrare forti rincari, con impatti diretti sulle categorie grocery a maggiore rotazione.
Sul fronte opposto, si osservano cali marcati per burro (-28,4%), carne suina (-8,5%) e zucchero (-4,5%), con il burro in flessione anche nel confronto mensile (-6,3%). Un elemento che potrebbe favorire politiche promozionali e margini più stabili per retailer e industria.
A sostenere il raffreddamento complessivo dei prezzi restano soprattutto i costi energetici, in calo del 9,0% su base annua, con gas naturale (-14,2%) ed elettricità (-11,6%) decisamente più economici rispetto al 2024. Un fattore cruciale per le filiere food energivore.
Anche i beni intermedi, centrali per il packaging e la trasformazione alimentare, risultano in lieve flessione (-0,2%), grazie al calo di chimica di base, carta e cartone e mangimi.
Resta invece sotto pressione il costo di alcuni materiali, come legno e pellet, mentre il vetro cavo registra prezzi in diminuzione, elemento rilevante per beverage e conserve.
Nel complesso, il quadro che emerge è quello di una filiera agroalimentare tedesca ancora esposta a forti divergenze tra materie prime, ma con segnali di stabilizzazione che potrebbero riflettersi gradualmente sugli scaffali della grande distribuzione nei prossimi mesi.



















