Tensione in casa Starbucks: dodicimila baristi pronti a scioperare

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Nuova escalation nel braccio di ferro tra Starbucks e i suoi dipendenti sindacalizzati negli Stati Uniti. Il sindacato Starbucks Workers United, che rappresenta oltre 12.000 baristi in più di 550 caffetterie, ha annunciato che voterà per autorizzare uno sciopero per pratiche di lavoro sleali, chiedendo all’azienda di tornare al tavolo delle trattative.

I negoziati per il primo contratto collettivo erano iniziati lo scorso anno, ma si sono presto arenati. “Se sono pronti a tornare, noi siamo pronti a parlare. Qualsiasi accordo dovrà riflettere il fatto che Starbucks offre già il miglior lavoro nel retail”, ha dichiarato Jaci Anderson, direttrice della comunicazione corporate di Starbucks.

La decisione arriva dopo che il Comptroller di New York City e altri azionisti hanno esortato la compagnia a riprendere il dialogo con i lavoratori. Nel frattempo, i baristi hanno avviato picchetti in circa 60 città, chiedendo un contratto che garantisca migliori salari, organici adeguati e tutele sul lavoro.

“Restiamo pronti a negoziare ogni volta che Starbucks vorrà trattare in buona fede”, ha replicato la portavoce sindacale Michelle Eisen. Il voto cade in un momento delicato, alla vigilia della stagione natalizia, mentre il nuovo CEO Brian Niccol tenta di rilanciare le vendite attraverso investimenti in efficienza e servizio clienti.

Come parte del piano di ristrutturazione, Starbucks ha chiuso alcuni punti vendita in perdita, tra cui il suo store sindacalizzato di Seattle, e ridotto il personale corporate. Lo scorso anno, i lavoratori unionizzati avevano già organizzato un blocco di cinque giorni, senza gravi ripercussioni operative secondo l’azienda.

Ad aprile, i delegati sindacali avevano respinto la proposta di contratto con aumenti annuali del 2%, giudicandola insufficiente. Oggi i baristi Starbucks guadagnano in media 30 dollari l’ora, con benefici che includono copertura sanitaria e tasse universitarie pagate in anticipo.

La disputa sindacale riflette un clima di crescente mobilitazione nel settore dei servizi, dopo i recenti successi di Amazon e Trader Joe’s. L’esito del voto potrebbe influenzare non solo il futuro del marchio di Seattle, ma anche la direzione delle relazioni industriali nel retail americano. Molti osservatori vedono in questa vertenza un test cruciale per misurare la reale apertura di Starbucks al dialogo con i propri dipendenti.

Baristi Starbuscks pronti a scioperare

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