Trump rimuove i dazi sui prodotti agroalimentari brasiliani, imprese verso i rimborsi

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Gli Stati Uniti revocano il dazio aggiuntivo del 40% sui prodotti agroalimentari brasiliani. Con un ordine esecutivo firmato il 20 novembre, il presidente Donald Trump ha stabilito che “determinati prodotti agricoli non saranno più soggetti all’aliquota addizionale”, modificando di fatto la misura annunciata a luglio come risposta al procedimento giudiziario contro l’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro.

Il provvedimento riguarda un ampio ventaglio di beni: caffè, tè, succhi di frutta, frutta secca e carne bovina. Tutte categorie che rappresentano asset strategici per l’export brasiliano e per l’import americano, soprattutto in settori – come il caffè – in cui gli USA dipendono dall’estero per oltre il 99% dei consumi, secondo la National Coffee Association.

La rimozione del dazio si aggiunge all’eliminazione, avvenuta la scorsa settimana, del tariffario reciproco del 10% su prodotti analoghi, parte di un pacchetto più ampio di allentamento commerciale tra Washington e Brasilia. Per la Casa Bianca, la scelta arriva dopo le “informazioni e raccomandazioni” ricevute da vari funzionari, secondo cui alcune categorie non dovrebbero essere soggette a tariffe punitive alla luce dei “progressi iniziali” registrati nei negoziati bilaterali.

L’ordine esecutivo si applica alle importazioni brasiliane entrate negli Stati Uniti dal 13 novembre. Ciò implica che una parte delle aziende importatrici potrebbe richiedere un rimborso dei dazi già corrisposti nelle giornate in cui la tariffa era ancora in vigore.

Sul fronte politico interno, la decisione si inserisce in un clima di crescente attenzione verso i dazi sul caffè. A settembre un gruppo bipartisan di parlamentari statunitensi ha presentato una proposta di legge per abolire definitivamente le tariffe sul prodotto, introdotte dagli stessi provvedimenti tariffari dell’amministrazione Trump.

Per il Brasile, primo esportatore mondiale di caffè e grande fornitore di carne bovina, la mossa rappresenta un’importante distensione commerciale e un’opportunità per consolidare le forniture verso il mercato americano. Per gli operatori USA, invece, potrebbe tradursi in minori costi d’importazione e maggiore stabilità nelle catene di approvvigionamento agroalimentare.

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