Zespri, leader mondiale nella commercializzazione del kiwi, ha avviato in Italia un programma innovativo per contrastare la “morìa del kiwi” (Kiwifruit Vine Decline Syndrome), una patologia che ha già colpito oltre 8.000 ettari coltivati, pari al 30% della superficie nazionale. La causa principale è il degrado del suolo, aggravato da eventi climatici estremi e cattive pratiche irrigue.
Dal 2020, Zespri ha investito oltre 500 mila euro in ricerca, sperimentazione agronomica e formazione, in collaborazione con partner italiani come Agrintesa, Apofruit, OP Kiwisole e l’Università della Basilicata, oltre al centro neozelandese Plant & Food Research. Il risultato è una vera task force multidisciplinare che ha già prodotto soluzioni applicabili sul campo.
Centrale è il Progetto Recupero Radici, avviato nel 2024 in dodici frutteti tra Lazio e Calabria, dove si testano nuove tecniche su suolo, irrigazione e biodiversità microbica. I primi risultati mostrano miglioramenti significativi nella salute radicale e nella produttività.
Zespri promuove inoltre la gestione irrigua di precisione con sensori e sistemi digitali, tecniche rigenerative del suolo e momenti di formazione in campo per agronomi e produttori. L’obiettivo è rendere gli impianti più resilienti e produttivi.
Il programma sarà esteso entro il 2025 anche in Francia e Grecia, con l’ambizione di costruire una rete agronomica europea. “Il rilancio del kiwi italiano – ha dichiarato Nick Kirton, Executive Officer Zespri – passa da un approccio condiviso, basato su scienza, ascolto e innovazione”.