La meccanizzazione agricola è sempre più rilevante nel settore biologico, che richiede strumenti avanzati per aumentare l’efficienza e garantire la sostenibilità. Durante il seminario “Meccanizzazione nel biologico”, organizzato da Confagricoltura Bologna e Confagri Bio presso EIMA a Bologna, è stato affrontato il tema di come la meccanizzazione possa supportare le aziende biologiche nell’ottimizzazione dei processi e nella riduzione dell’impatto ambientale. Marco Caliceti di Confagricoltura Bologna ha sottolineato la possibilità di combinare sostenibilità ambientale ed economica, contribuendo a rendere la produzione biologica vantaggiosa anche dal punto di vista finanziario.
Paolo Parisini, presidente di Confagri Bio, ha presentato i dati di crescita del settore biologico in Italia: la superficie coltivata ha raggiunto i 2.460.000 ettari, pari al 19,8% del totale nazionale, con un aumento del 4,5% rispetto al 2022. Questo sviluppo permette di preservare le produzioni tipiche e favorire la biodiversità, evitando l’uso di prodotti chimici. Parisini ha inoltre evidenziato la necessità di una maggiore uniformità normativa, riduzione della burocrazia e sostegni economici per incentivare ulteriormente il settore.
Durante il seminario, altri interventi hanno posto l’accento sull’importanza della ricerca nella meccanizzazione biologica. Roberta Martelli dell’Università di Modena e Reggio Emilia e Giovanni Campagna di Coprob – Italia Zuccheri hanno illustrato tecnologie emergenti in agronomia. Luciano Bortolan, agricoltore e membro di Confagricoltura Bologna, ha condiviso la propria esperienza nell’uso delle tecnologie di precisione, come la piattaforma Climate Field View di Bayer, utile per il monitoraggio e la gestione dei campi. Secondo Bortolan, la meccanizzazione sta avanzando rapidamente, con strumenti che superano le tecnologie 4.0, e ha sottolineato l’importanza di investire in questi sistemi per migliorare la produttività e ridurre gli sprechi.