Tra cambiamenti climatici sempre più repentini e disastrosi, la crisi geopolitica e norme ancora nebbiose sulle importazioni, il mercato del caffè vive un clima di profonda incertezza.
La situazione caffè è soggetta a prezzi tendenzialmente rialzisti già da diverse campagne: “Stiamo parlando di prezzi al rialzo almeno dalla campagna 21/22 – afferma Filippo Roda, analista a di Areté – solo nell’ultimo anno abbiamo avuto rialzi su prezzi finanziari del caffè nell’ordine del 30% sulla varietà robusta, per la quale circa 12 mesi fa la quota di valore era di circa 60% in più. Il caffè arabica invece si afferma al +13%. La situazione è parecchio delicata per i mercati agroalimentari, si tratta di prezzi record mai registrati per la robusta, mentre per l’arabica si erano già visti in passato”.
Fattori endogeni e fattori esogeni
Il fattore principale di maggiore crisi è legato al deterioramento dell’offerta, danneggiata a causa delle condizioni climatiche sfavorevoli. I cambiamenti climatici impattano sempre di più, soprattutto sulle produzioni localizzate in zone del mondo particolarmente soggette a eventi climatici estremi, come nel caso del caffè la cui coltivazione si concentra principalmente in sud America e in Asia.
La condizione del mercato del caffè è anche dovuta all’impatto sulle materie prime “la cui produzione è concentrata in aree che hanno sofferto molto la congiuntura macroeconomica quindi le crisi valutarie e gli elevati costi dei fertilizzanti – spiega Roda – abbiamo macro-piantagioni che sono più soggette ad impatti climatici proprio a causa dei bassi investimenti degli ultimi anni. Sul caffè negli ultimi anni si sono conseguiti questi shock che sono iniziati già nel 21/22 con le gelate in Brasile per quel che riguarda le varietà arabiche. Nell’ultima campagna invece, il mercato ha subito uno shock produttivo importantissimo sulla varietà robusta, si tratta di un un calo produttivo in Indonesia di oltre il 18%. Calo che in Vietnam prevediamo essere intorno al 10%, Paesi che insieme rappresentano la maggior parte dell’export a livello globale.”.
La crisi del mercato, che ha visto già tre campagne di deficit consecutive, potrebbe perdurare anche per questa campagna e provocare trend inflattivi, con ulteriori rialzi dei prezzi. La situazione determinata dai cambiamenti climatici va infatti a sommarsi ad una serie di fattori esogeni quali la crisi geopolitica, in particolare legata alla guerra in Medio-Oriente, che ha di fatto bloccato il transito su Suez. Il passaggio dal canale, infatti, è il transito abituale per le esportazioni che dall’Asia raggiungono l’Europa. “Si ha quindi un rincaro dei costi della logistica e dei container – sottolinea Roda – a questi fattori si aggiunge anche l’incertezza sugli effetti delle norme UE sulla deforestazione, che prevedono da inizio 2025 che tutto il caffè che entrerà in Europa dovrà avere il certificato per cui le aziende produttrici documentano di non contribuire alla deforestazione del paese d’origine”.
Prezzi e speculazione
Ultimo fattore a contribuire è la speculazione. “In generale, gli operatori tendono a muoversi in maniera repentina sui mercati finanziari, alimentando i rialzi. Ad oggi molti fondi e operatori non commerciali che avevano concentrato la propria potenza di fuoco in acquisto sul mercato del cacao, stanno uscendo e si stanno buttando sul mercato del caffè. Ci sono posizioni di operatori non commerciali come ad esempio sull’arabica, che raggiungono livelli record”, chiarisce Roda.
Areté prevede comunque un leggero rientro dei prezzi. Il Brasile sta infatti aumentando le produzioni e a breve ci sarà la prossima produzione indonesiana; da fine 2024 migliorerà anche l’offerta dal Vietnam. “C’è quindi spazio di ricostruzione degli stock anche se in maniera lenta e quando gli operatori non commerciali andranno a chiudere le proprie speculazioni, il mercato perderà il supporto speculativo. Ci aspettiamo quindi che possa esserci un po’ di rintracciamento consistenze, anche se prima di tornare a dei livelli di prezzo anche solo confrontabile a quelli del 2021 ci vorranno 2/3 campagne positive”. Stiamo quindi parlando di un mercato che con stop così bassi, nel brevissimo termine, non esclude ulteriori elementi rialzisti e man mano che ci si avvicina all’estate, maggiore sarà l’apporto delle variabili citate.
“Si sono già visti livelli di prezzo simili per altre referenze, come quelli dello zucchero per cui abbiamo visto anche una contrazione importante della domanda. Lo zucchero di questi tempi vive una situazione di livelli record e la domanda si è poi contratta in maniera importante a livello europeo. Lo stesso si è visto sugli oli vegetali circa due anni fa. La domanda tenderà poi ad aggiustarsi e le aspettative di crescita dei paesi avanzati sono ancora elevate”.
Per concludere, si sottolinea anche che il prezzo considerato fino ad ora si riferisce a prezzi finanziari, ma l’acquisto fisico del caffè dovrà fare i conti con un prezzo differenziale, “una somma ulteriore che viene aggiunta in base alla provenienza del caffè – conclude Roda – ad oggi anche questi prezzi stanno aumentando, una situazione che è facilitata da un basso livello di stop e approvvigionamento sul fisico”.