L’agricoltura rigenerativa entra nella filiera industriale italiana grazie al progetto Mulino Bianco, che presenta il nuovo Buongrano, primo biscotto certificato realizzato con farina di grano tenero ottenuta interamente da pratiche agricole rigenerative. Si tratta di un passo significativo nel percorso di trasformazione della Carta del Mulino, il disciplinare che orienta la coltivazione del grano verso modelli più rispettosi del suolo e della biodiversità.
L’obiettivo del brand è portare entro il 2030 tutta la produzione su farine provenienti da agricoltura rigenerativa, un approccio che riduce l’impatto ambientale e migliora la salute del terreno. Attualmente la filiera coinvolge 1.800 agricoltori e 48.000 ettari coltivati, con risultati già tangibili: –7% di emissioni di CO₂ eq rispetto ai metodi convenzionali e 2.000 ettari di aree dedicate alla biodiversità, dove il numero di impollinatori è cresciuto del 40%.
Il progetto è supportato da WWF Italia, CNR-IBE, Università di Torino, Bologna e Tuscia, insieme ai partner tecnici xFarm e Open Fields, che forniscono strumenti digitali e validazione scientifica. “La salute del suolo è la base della qualità del grano e del futuro dell’agricoltura,” osserva Michele Zerbini, responsabile acquisti grano tenero di Mulino Bianco.
Per WWF Italia, che affianca l’iniziativa, l’agricoltura rigenerativa rappresenta “una risposta concreta alla crisi climatica e alla perdita di biodiversità”, come sottolinea Eva Alessi, Head of Sustainability. Con Buongrano, Mulino Bianco non introduce solo un nuovo prodotto, ma sperimenta un modello di filiera rigenerativa che mette al centro la tutela del suolo e la collaborazione con il mondo scientifico, tracciando una possibile rotta per l’intero comparto cerealicolo nazionale.
