Il settore agroalimentare italiano continua a mostrare una solida performance nel commercio estero, con un aumento del 7,4% su base annua delle esportazioni di prodotti alimentari, bevande e tabacco. Questo dato conferma la competitività dei prodotti italiani sui mercati internazionali, in particolare verso i paesi extra-UE.
Tuttavia, secondo i dati appena diffusi da Istat, l’aumento delle importazioni di prodotti alimentari e bevande segnala una crescente dipendenza dall’estero per soddisfare la domanda interna. L’incremento dell’import, in linea con la tendenza generale, è trainato sia dall’area UE (+2,2%) che dall’area extra-UE (+18,0%), evidenziando una diversificazione delle fonti di approvvigionamento.
Tra i prodotti che contribuiscono maggiormente alla crescita dell’export si segnalano i prodotti trasformati, come pasta, conserve e prodotti dolciari, e le bevande, in particolare il vino. L’aumento dell’import, invece, riguarda principalmente prodotti di base, come cereali, carni e oli vegetali.
L’andamento del settore agroalimentare si inserisce in un contesto di commercio estero caratterizzato da una crescita moderata dell’export (+0,6% su base mensile) e un aumento più sostenuto dell’import (+3,2% su base mensile). Il saldo commerciale complessivo registra un deficit di 264 milioni di euro, influenzato anche dall’incremento delle importazioni di prodotti alimentari e bevande.
L’aumento dei prezzi all’importazione (+1,4% su base annua) potrebbe avere un impatto sui costi di produzione e sui prezzi al consumo dei prodotti alimentari. L’incremento dei costi energetici e dei beni intermedi potrebbe riflettersi sui prezzi dei prodotti trasformati e confezionati. Su base annua i paesi che hanno fornito i contributi maggiori alla crescita del nostro export sono stati: Svizzera (+13,6%), Stati Uniti (+6,2%), Regno Unito (+12,1%), Cechia (+30,8%), paesi OPEC (+10,5%). Crollo invece per la Cina (-24,1%) che ha registrato il negativo più ampio.