OP Rosaria, l’Organizzazione di Produttori con sede a Belpasso (CT) che con le sue distese di agrumeti ai piedi dell’Etna produce e commercializza le celebri Arance Rosaria, in questi anni ha investito molto su metodi di produzione votati al rispetto del prodotto e dell’ambiente, nella direzione di una sempre maggiore sostenibilità: utilizzo di fertilizzanti e concimi di derivazione organica, impollinazione con le api, lancio di insetti predatori, produzione di energia tramite pannelli solari, irrigazione ad ala gocciolante.
“Gli sforzi, lavorativi ed economici, stanno dando buoni frutti, e sono i risultati a darci ragione”, dichiara Aurelio Pannitteri, patron del celebre brand Arancia Rosaria, un brand che ‘marchia’ la sua provenienza geografica, dato che in tutta Italia viene subito associato alla Sicilia, e presidente della OP omonima . Il prodotto, infatti, riscuote ampio consenso, sia tra i consumatori finali che tra i buyer. “I distributori hanno tutto l’interesse a valorizzare il mangiare sano e con esso le arance, soprattutto quando sono il risultato di pratiche colturali sostenibili, come quelle che OP Rosaria sta portando avanti con impegno”, precisa il manager.
Che prosegue: “In un momento in cui alle frontiere sono all’ordine del giorno gli scioperi e le proteste degli agricoltori contro i prodotti importati, coltivati con chissà quali tecniche e lontani anni luce dalle regole di salubrità e sostenibilità adottate nel nostro Paese, è un orgoglio per me e per la OP collocare sul mercato un gioiello del Made in Italy, coltivato con metodi naturali alle pendici dell’Etna e che racchiude l’anima della Sicilia. Una garanzia per il consumatore”.
Il metodo di produzione utilizzato per la quasi totalità della produzione è la lotta integrata. Chiarisce Pannitteri: “Lavoriamo con impegno per rispettare tutti i protocolli e garantire quel livello qualitativo che rende le arance Rosaria così speciali. Seguiamo con rigore i disciplinari, che ci indicano regole ben precise a cui attenerci, ma non ci fermiamo qui: utilizziamo meno sostanze chimiche di quelle consentite”.
La parte rimanente della produzione è coltivata secondo il metodo biologico. Ma che sia il sistema della lotta integrata o quello biologico a contraddistinguere la produzione, la “mission” per OP Rosaria è la stessa: garantire un’agricoltura sostenibile ai massimi livelli.
Le aziende produttrici di agrumi associate a OP Rosaria – per un totale che supera i 1.700 ettari di agrumeti – utilizzano sistemi tali da garantire un prodotto assolutamente naturale, tanto che anche la buccia è edibile. È dunque massimo l’impegno volto ad ottenere produzioni di qualità con il minor impatto ambientale possibile.
E l’obiettivo della sostenibilità è evidente anche nella scelta di utilizzare le cassette della CPR System leader italiana degli imballaggi in plastica riutilizzabili.
“Il sistema è semplice e ben collaudato: l’OP confeziona il prodotto raccolto nelle cassette CPR e lo consegna alla GDO, che lo posiziona nelle aree vendita mettendo i consumatori nelle condizioni di sceglierlo direttamente da quei contenitori. La CPR System ritira le cassette vuote dalla GDO, le lava accuratamente e le riconsegna ai produttori per il nuovo prodotto – spiega Pannitteri -. È un bell’esempio di economia circolare”.
Merita un approfondimento il sistema di micro-irrigazione a goccia di cui si avvale l’OP, che porta con sé vantaggi notevoli sul piano economico e ambientale. “Siamo stati dei veri pionieri in questo – precisa Pannitteri -. È da almeno 20 anni che siamo dotati di un impianto di irrigazione a goccia in tutti gli agrumeti, nessuno escluso, che ci permette di evitare sprechi e di avere un risparmio idrico fino al 70%, oltre a un importante risparmio di energia elettrica”.
L’impianto di irrigazione copre a tappeto tutto il terreno: in ogni filare di piante di agrumi è attivo uno sgocciolatoio ogni 50 cm. Ogni pianta riceve 20 litri circa di acqua al giorno. “È pochissima, un paio di secchi in tutto, ma è continua, giorno e notte, e permette così alle piante di essere sempre idratate”, dichiara con orgoglio il presidente di Rosaria.
La riduzione dei volumi di irrigazione è ancora più importante se si pensa che la OP opera in una siccitosissima Sicilia, dove nemmeno una goccia d’acqua deve essere sprecata.