Non c’è gusto senza condivisione. Da qui parte Voltì, il nuovo ristorante che nel cuore di Milano propone un menù aperto a tutti, innovativo ma autentico, inclusivo ma tradizionale. Voltì è il nuovo progetto culinario nato da un sogno di lunga data dal fondatore Ivan Convertini, un imprenditore affermato in un settore totalmente diverso, la gestione del rifiuto industriale, che ha deciso di dare vita ad un’ambizione che lo accompagnava da sempre: aprire un ristorante. Non un ristorante qualunque, ma uno che sa di casa ed in cui ha riversato la propria esperienza aziendale e la passione per il cibo come strumento di connessione.
L’idea alla base di Voltì è stata infatti fin da subito quella di “creare un luogo in cui le persone possano vivere un’esperienza di condivisione autentica ed inclusiva, che richiami l’atmosfera delle serate estive siciliane dell’infanzia del fondatore” racconta Caterina Mosca, esperta di ristorazione, collaboratrice del progetto Voltì. “Lavoro insieme ad Ivan Convertini da almeno 12 anni e questo è un sogno che lo ha sempre accompagnato. Soprattutto negli ultimi cinque anni quest’idea è stata nell’aria in modo ancora più presente”. Ecco perché c’è aria di casa da Voltì, un luogo in cui la rivisitazione degli involtini alla messinese, la specialità che Convertini porta nel cuore da sempre, rappresentano proprio la base del progetto culinario. Partire dalla tradizione e riadattarsi ai tempi che corrono, questa è stata la strategia messa in campo dal team di esperti che hanno dato vita a Voltì, tra cui spiccano chef di grande esperienza, un consulente per le start-up ed un’agenzia di comunicazione che ha curato l’aspetto del branding.
Il menù offerto da Voltì si ispira proprio alla ricetta tradizionale degli involtini alla messinese, “perfezionata e ingegnerizzata in sei mesi di studio a cui si è associata una sperimentazione su tutte le diverse versioni di involtini – continua Caterina – era necessaria la consapevolezza di essere nel 2024, e quindi di riadattare ai tempi che corrono la tradizionalità. Così abbiamo scelto di far sì che l’involtino diventasse un pretesto per misurarsi con tutte quelle che sono le necessità alimentari più moderne”.
Composto dal 65% da piatti a base vegetale, il menù è fatto di scelte pensata per contribuire alla salvaguardia dell’ambiente e ridurre per quanto possibile l’impatto complessivo dell’attività umana, senza però dover rinunciare alla qualità. La carta dei vini, piccola e selezionata, include solo etichette biologiche. Inoltre, per ogni stagione il menù propone una versione stagionale dell’involtino: per l’autunno, ad esempio, il piatto di punta è l’involtino di foglia di radicchio, farcito con formaggi vegetali e spezie, e spennellato con sciroppo d’agave.
“Abbiamo involtini plant based al 100% realizzati con formaggi vegetali. Tutti i piatti sono a base di involtini, che diventano appunto l’ingrediente principale per panini gourmet dove le salse sono tutte realizzate a mano; insalate come le nostre due Cesar, dove al posto del pollo ci sono gli involtini. Per accompagnare in questa preparazione abbiamo sviluppato una carta che ricorda molto le tapas spagnole, il nostro claim è ‘tapas all’italiana’ e quindi abbiamo: i Voltì, Insalatì, e infine i Ciotolì, che sono ciotoline che rappresentano i contorni in delle forme sfiziose: polpette, creme di melanzane, patate arrosto, diuverse proposte sfiziose. I Voltì diventano anche dolcì, con al centro l’idea che si prestano ad essere condivisi”.
Il ristorante, arredato con cura e attenzione ai dettagli, offre un ambiente elegante ma accogliente, dove tutti possano sentirsi a proprio agio. Un luogo raffinato ma accessibile, come definito dalla stessa Mosca, che ricordi l’atmosfera delle “sere calde delle estati siciliane intorno ad un braciere della griglia, dove si raggruppavano tante persone di tante età diverse. Un luogo che rispecchia l’essenza del fondatore, Ivan, “una persona con un grande senso di famiglia che ama le cene e le feste” che ha voluto realizzare un ambiente in cui l’esperienza di condivisione attraverso cibo è profonda ed inclusiva, c’è spazio per tutti”. L’innovazione di Voltì è anche nella sua filosofia, “io vedo la cucina come una forma di attivismo, il mio obbiettivo principale è coltivare la pace partendo dai fornelli – spiega Caterina, che oltre ad essere la chef che si è occupata della parte vegetale del menù, collabora con Eatly e ha scritto tre libri di cucina.
Unendo sapori tradizionali e innovazione, Voltì crea un’esperienza unica invitando alla condivisione con un attento approccio alla sostenibilità. Con un menù in cui coesistono la cucina vegetale e quella tradizionale, mette al centro il piacere di stare insieme attorno a un tavolo, ricordando che il cibo può essere anche un linguaggio universale che unisce le persone. Voltì è quindi una novità fresca sulla scena gastronomica milanese, il cui capitolo è ancora tutto da scrivere.