Indicata da tempo come chiave per il futuro dell’agricoltura, l’innovazione sostenibile dimostra già oggi, numeri alla mano, di poter fare concretamente la differenza per l’ambiente, le persone e l’industria alimentare. La conferma è contenuta nel report inviatoci dall’ERSAF, l’ente per i servizi all’agricoltura e alle foreste di Regione Lombardia, che ha analizzato i risultati dell’ultimo biennio raggiunti dall’azienda agricola sperimentale Agrifuture.
I risultati sono emersi dal progetto che ERSAF, in collaborazione con l’Università Cattolica Sacro Cuore di Piacenza (Dip. Produzioni Vegetali Sostenibili) e all’Università degli Studi di Milano (Dip. Scienze Agronomiche e Ambientali) ha avviato per la creazione di un Living Lab su “Modelli innovativi e sostenibili di gestione del suolo”. Un progetto che prevede lo sviluppo di tecniche e pratiche di gestione conservativa dei suoli, associato alla preservazione e all’incremento del contenuto di carbonio organico nei suoli in connessione con gli obiettivi UE correlati al Carbon Farming, alla gestione dei nutrienti e delle risorse irrigue.
Agrifuture: laboratorio a cielo aperto di agricoltura sostenibile
Fondata da Giorgio Rossi, Presidente di MartinoRossi SpA, allo scopo di fare ricerca testando in campo varietà, tecnologie e pratiche agronomiche innovative finalizzate a ottenere produzioni agricole sempre più sostenibili e di alta qualità, Agrifuture si stende per 30 ettari a ridosso della sede centrale di MartinoRossi nelle campagne di Malagnino (CR).
Da qualche anno, inoltre, il credito acquisito dall’approccio rigoroso e coerente di MartinoRossi alla sostenibilità in agricoltura ha convinto alcune delle più note aziende alimentari italiane a divenire partner del progetto Agrifuture per lo svolgimento di sperimentazioni che riguardano aspetti rilevanti per la sostenibilità dei loro prodotti.
Il contenuto del report Il dettagliato report rilasciato dall’ERSAF si concentra sulla riduzione delle emissioni di anidride carbonica generate direttamente e indirettamente dalle attività di coltivazione.
Nell’ambito del progetto Living Lab, CharbonChange Srl, spinoff dell’Università degli Studi di Milano in collaborazione con Timesis Srl, hanno eseguito un’analisi della sostenibilità ambientale. La combinazione virtuosa di tecnologie di precision farming e pratiche di agricoltura conservativa ha così ridotto sino a 2,05 tonnellate equivalenti la produzione annua di CO2 per ettaro rispetto a coltivazioni di tipo convenzionale. Per dare un termine di paragone, il risparmio annuo nel rilascio di CO2 equivale alla cancellazione di 42 viaggi in automobile da Milano a Roma.
Questo risultato è stato reso possibile in primo luogo dall’implementazione di Underdrip®, un sistema di sub-irrigazione e fertirrigazione di precisione testato e perfezionato in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore e l’Università degli Studi di Milano. Il sistema brevettato, infatti, è in grado di abbattere fino al 60%
i consumi idrici e di contingentare il ricorso a fertilizzanti e fitofarmaci riducendo, di conseguenza, i consumi energetici legati ai macchinari per l’irrigazione tradizionale, la concimazione e l’irrorazione di fitosanitari.
I benefici ambientali della sub-irrigazione si integrano con quelli di altre pratiche di agricoltura conservativa adottate in Agrifuture, dove non sono previsti periodici lavori di aratura o erpicatura mentre si praticano le coperture stagionali dei terreni con cover crops e la semina su sodo.
I riflessi positivi per le aziende partner
MartinoRossi SpA ha presentato di recente ad alcuni dei suoi partner dell’industria alimentare e della ristorazione i risultati raggiunti in seguito alle attività svolte negli appezzamenti sperimentali di Agrifuture.
Nel caso di Fiorentini e Polenta Valsugana, durante la stagione 2023 dal mais coltivato in due distinte porzioni di 2 e 2,5 ettari sono state ricavate rispettivamente 12 tonnellate di grits di mais e 12 tonnellate di farina di mais. Il risparmio in termini di minori emissioni di anidride carbonica rispetto ai metodi convenzionali di coltivazione è stato del 72% nel primo caso e del 64% nel secondo.
Non da meno i risultati raggiunti negli ettari dedicati a Miscusi per la coltivazione del sorgo per la produzione del nuovo fusillo introdotto nei loro ristoranti: il sorgo coltivato in consociazione con due leguminose ha fatto registrare una riduzione di oltre il 70% nelle emissioni di CO2 e del 90% nei consumi idrici rispetto al frumento coltivato in modo convenzionale.
“Il report inviatoci dall’ERSAF è un riscontro gradito e importante della bontà del progetto Agrifuture perché proviene da un interlocutore istituzionale che collabora con noi sin dalla fondazione dell’azienda agricola sperimentale fornendo consulenza e monitorando i progressi” – commenta Giorgio Rossi, Presidente di MartinoRossi SpA. “Inoltre, i dati sulla riduzione delle emissioni di CO2 rappresentano la miglior risposta possibile a quanti ancora si domandano se l’innovazione sostenibile in agricoltura stia effettivamente cambiando in meglio le prospettive per l’ambiente, le persone e la qualità del cibo sulle nostre tavole.”