Il 2024 è stato un anno complesso per il settore birrario italiano, segnato dal calo dei consumi e da un contesto economico ancora instabile. Tuttavia, nonostante la contrazione di alcuni indicatori, il comparto dimostra solidità e continua a puntare su innovazione e sostenibilità per il futuro. A fotografare la situazione è l’Annual Report 2024 di AssoBirra, presentato oggi a Roma alla presenza del vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaio.
La produzione si attesta a 17,2 milioni di ettolitri, in calo dell’1,27% rispetto al 2023, mentre i consumi si fermano a 21,5 milioni di ettolitri, con una flessione dell’1,54%. Il consumo pro capite scende da 37,1 a 36,4 litri. Più marcato il calo per l’export (-7,82%) e l’import (-4,95%), con la Germania che resta il principale Paese fornitore.
Nonostante la congiuntura, il settore ha investito circa 100 milioni di euro annui, dimostrando resilienza e visione. “Il 2024 ha evidenziato la capacità del comparto di adattarsi, innovare e mantenere un ruolo centrale nell’economia italiana”, ha dichiarato Alfredo Pratolongo, presidente di AssoBirra. “Servono però riforme strutturali, soprattutto fiscali, per sostenere questa crescita”.
Proprio le accise rappresentano un ostacolo: nel 2024 hanno superato i 714 milioni di euro, incidendo fino al 40% sul prezzo finale della bottiglia da 66 cl. AssoBirra chiede una riduzione stabile per favorire investimenti e competitività.
Intanto cresce il segmento delle birre low e no alcol, che segna un aumento del 13,4% rispetto al 2023, raggiungendo il 2,11% del totale consumi. Un trend in linea con le nuove sensibilità dei consumatori, soprattutto giovani, orientati verso stili di vita più salutari.
Sul fronte ambientale, il vicepresidente Federico Sannella sottolinea: “La transizione ecologica è un obiettivo strategico. Servono risorse adeguate per rendere sostenibili tutti i passaggi della filiera”. Il settore investe già in energie rinnovabili, packaging riciclabili e filiere corte, rispondendo anche a un dato significativo: oltre il 75% dei consumatori considera la sostenibilità un fattore chiave nella scelta.
Infine, AssoBirra rilancia la proposta di riconoscere ufficialmente la birra come bevanda da pasto, sottolineando come oltre il 60% dei consumi avvenga durante i pasti. “Una revisione normativa aiuterebbe a superare le attuali incoerenze e a promuovere un modello di consumo più consapevole”, conclude Pratolongo.
Con un valore generato pari a 10,6 miliardi di euro (0,51% del PIL) e oltre 100.000 occupati, la birra si conferma un pilastro dell’agroalimentare italiano. Ma per continuare a crescere, avverte AssoBirra, serve un impegno condiviso tra istituzioni, imprese e cittadini.