Costco Wholesale ha chiuso il terzo trimestre con ricavi pari a 61,96 miliardi di dollari, in aumento dell’8% ma sotto le attese degli analisti, che puntavano a 63,19 miliardi. L’utile per azione, al netto di voci straordinarie, si è attestato a 4,28 dollari, lievemente sopra le stime (4,24 dollari). Le vendite comparabili, escluse quelle di carburante, sono cresciute dell’8%, superando il +6,96% previsto.
A sostenere il risultato sono stati soprattutto i prodotti a marchio privato di Costco, che offrono prezzi più accessibili rispetto ai brand tradizionali e risultano sempre più apprezzati dai consumatori. In un contesto segnato da inflazione e incertezza economica, i clienti tendono a fare scorte di beni essenziali, premiando la formula del warehouse club.
Per ridurre l’impatto dei dazi statunitensi, Costco ha anticipato le importazioni estive e riorientato parte della merce verso mercati non americani. La strategia si inserisce nelle difficoltà che molti retailer stanno affrontando a causa dei costi legati al decoupling dalla Cina.
L’azienda ha dichiarato che l’aumento dei prezzi sarà una scelta estrema, a differenza di Walmart, che ha già annunciato rincari imminenti. Target, invece, ha scelto di non aumentare i prezzi ma ha rivisto al ribasso le previsioni annuali.
Nel frattempo, la fiducia dei consumatori statunitensi è scesa ai minimi da tre anni. Tuttavia, secondo l’analista Zak Stambor (eMarketer), le dinamiche attuali stanno rafforzando la posizione di format come Costco.