La categoria farine incrementa la sua presenza in tutti i formati distributivi, ma le strategie che i discount stanno adottando nel comparto sono quantomai interessanti.
Nell’articolo, realizzato grazie alla collaborazione di NIQ, si metterà in risalto quali sono gli aspetti che hanno portato il formato di convenienza ad incrementare la sua penetrazione, rendendo molto più protagonista la categoria farine.
Come si vedrà dai dati, inequivocabili, esistono marcate differenze nella gestione della categoria tra i supermercati ed i discount.
La distribuzione del fatturato per formato, indicativamente, non è così lontana dal dato totale Italia Omnichannel, quindi sia i Liberi Servizi, che i supermercati che gli ipermercati e discount, possiedono una quota di mercato nelle farine in linea con quello totale assortimento.
Quelle che sono differenti sono, invece, le prestazioni dello scorso anno e le conseguenze di queste.
Entrando più nello specifico possiamo analizzare la relazione tra le farine ed i formati di vendita avvalendoci delle preziose ricerche di NIQ aggiornate ad ottobre dello scorso anno, quindi molto recenti.
Relativamente alle vendite a valore, il segmento più rilevante è prodotto dai supermercati che, se sommati tutti i cluster di vendita, rappresentano il 41% del fatturato totale, pari a 152,2 milioni di euro (da 400 a 2499mq), anche se le prestazioni del cluster superiore (1000-2499) sono più confortanti. I Superstore sono in linea con la media totale assortimento, sebbene presentino una crescita a valore superiore a quella dei supermercati.
La sofferenza dei Liberi Servizi è simile a quelle dei supermercati di piccolo taglio, fenomeno che stiamo riscontrando dappertutto, mentre i discount corrono.
Entriamo nel dettaglio: