Grano in ripresa grazie a UE e India, cereali secondari trainati da USA e Brasile

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Le ultime valutazioni della FAO delineano un quadro complessivamente ottimistico per i mercati globali delle materie prime alimentari, con previsioni di crescita produttiva per quasi tutte le commodity, ad eccezione dello zucchero. Secondo il nuovo rapporto Food Outlook, pubblicato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, sono attesi nuovi record produttivi per riso, mais, sorgo e semi oleosi.

Tuttavia, la produzione alimentare mondiale resta vulnerabile a eventi climatici estremi, tensioni geopolitiche e incertezze sulle politiche commerciali. “Le tendenze produttive sono solide, ma i fattori che minacciano la sicurezza alimentare globale stanno aumentando”, ha dichiarato Maximo Torero, capo economista della FAO.

Nel dettaglio, la produzione mondiale di grano dovrebbe crescere moderatamente, sostenuta da un aumento del 13% nell’Unione Europea e da un possibile raccolto record in India. Per i cereali secondari si prevede un incremento del 3,4%, grazie a buone prospettive in Brasile, UE e USA, dove la produzione di mais salirà del 6% per effetto dell’ampliamento delle superfici coltivate.

La produzione globale di riso è stimata in aumento dello 0,9%, toccando i 551,5 milioni di tonnellate, con una crescita del commercio internazionale del 1,4% nel 2025, trainata dalla domanda africana e dalle esportazioni di India e Sud America. Il consumo pro capite di riso aumenterà in particolare nei Paesi a basso reddito e con deficit alimentare (+2%).

Il Food Outlook stima inoltre che la bolletta globale per le importazioni alimentari abbia raggiunto quasi 2.100 miliardi di dollari nel 2024 (+3,6%), spinta dall’impennata dei costi per caffè, tè, cacao e spezie (+29,3%) e da un aumento dell’8,1% per frutta e verdura. In calo invece le importazioni di cereali (-4,6%).

Uno dei focus speciali del rapporto riguarda l’influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI), definita dalla FAO “una delle minacce biologiche più gravi per il settore avicolo globale”. Solo negli Stati Uniti, dal 2022 oltre 173 milioni di polli sono stati colpiti, con costi di gestione superiori a 1,4 miliardi di dollari. Il settore più colpito è quello della produzione di uova, che ha registrato una forte volatilità dei prezzi a fronte di un commercio internazionale quasi raddoppiato nel 2024.

Tra gli altri capitoli speciali figurano l’analisi dei flussi commerciali dei fertilizzanti – con la Russia in forte ascesa – e i cambiamenti nei flussi globali di cereali, con Russia e Ucraina che mantengono la loro centralità nonostante il conflitto. Un capitolo è dedicato anche alla “frodi nel pesce”, alimentate da filiere complesse e scarse possibilità di tracciabilità del prodotto una volta trasformato.

Infine, la FAO evidenzia come il processo di decarbonizzazione del settore marittimo possa avere effetti significativi sui costi di importazione alimentare per i Paesi in via di sviluppo, particolarmente esposti alla volatilità dei trasporti internazionali.

Grano in ripresa grazie a UE e India

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