Recentemente, il Parlamento Europeo ha approvato la proposta della Commissione di differire di un anno i termini di applicabilità del Regolamento sulla deforestazione (EUDR), introducendo però una serie di emendamenti volti ad alleggerire alcuni obblighi per gli operatori. Questa mossa riapre il processo legislativo, portando la questione nuovamente al vaglio del Consiglio Europeo e della Commissione. La Commissione potrà accettare la versione emendata, ritirarla o opporsi. Tuttavia, se il rinvio non venisse approvato entro il 30 dicembre 2024, il Regolamento, nella sua versione originaria, potrebbe entrare in vigore “di default”.
Reazioni sui mercati finanziari
L’annuncio ha generato volatilità sui mercati delle materie prime. Secondo le analisi di Areté, i prezzi di beni come cacao, caffè e altri prodotti interessati dal Regolamento hanno subito oscillazioni rilevanti. Il cacao ha registrato un rialzo del 7,1%, il caffè robusta del 3,1% e il caffè arabica del 2,7%. I prezzi di soia e olio di palma, invece, sono rimasti relativamente stabili, data la minore rilevanza dell’UE come importatore globale di queste materie.
Obiettivo: stop deforestazione
Il Regolamento sulla deforestazione dell’UE nasce con l’intento di impedire l’ingresso sul mercato europeo di beni che contribuiscono alla deforestazione e al degrado delle foreste, sia all’interno dell’Unione che a livello globale. La deforestazione e il degrado forestale rappresentano infatti gravi minacce per il clima e la biodiversità. La FAO ha stimato una perdita di 420 milioni di ettari di foresta tra il 1990 e il 2020, una superficie superiore all’intera estensione dell’Unione Europea.
I mercati interessati e le complicazioni
Molti Paesi extraeuropei, 17 per la precisione, hanno criticato il Regolamento, in particolare il Brasile ha definito le norme EUDR “arbitrarie, unilaterali e punitive”, sottolineando come non si tenga conto delle differenze socioeconomiche e ambientali tra i vari Paesi. Tali nazioni hanno manifestato preoccupazione per la loro capacità di conformarsi agli obblighi del regolamento europeo, un tema ripreso anche durante l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Il rinvio e le modifiche proposte dal Parlamento Europeo riflettono un difficile equilibrio tra la necessità di preservare l’ambiente e quella di non gravare eccessivamente sugli operatori e sui partner internazionali. Quel che è certo è che la possibilità che il Regolamento entri in vigore nella sua versione originaria rappresenta una sfida concreta per gli operatori di mercato.