Il settore food & beverage conferma il proprio ruolo strategico nell’export italiano verso i paesi extra UE. A marzo 2025 – secondo i dati diffusi da Istat – le esportazioni di beni di consumo non durevoli, categoria che include gran parte dei prodotti alimentari, sono cresciute del 20,7% su base annua, contribuendo in modo rilevante al rimbalzo complessivo delle vendite estere (+7,5%).
Su base mensile, la crescita dell’export è stata del 2,9%, con i beni di consumo non durevoli in aumento dell’1,7%, segnando un andamento positivo anche nel confronto con febbraio. Il primo trimestre 2025 chiude con un solido +7,2% per questi beni rispetto agli ultimi tre mesi del 2024, confermando una domanda crescente nei mercati internazionali per i prodotti italiani ad alta rotazione, come alimenti e bevande confezionate.
Parallelamente, anche le importazioni di beni di consumo registrano aumenti significativi: +32,4% per i non durevoli e +33,6% per i durevoli su base annua. Questi dati riflettono una maggiore apertura del mercato italiano a prodotti alimentari trasformati e di largo consumo provenienti soprattutto da Cina, MERCOSUR e paesi ASEAN, tutti in forte crescita tra i partner commerciali.
Dal punto di vista industriale, sono invece i beni strumentali a guidare la crescita dell’export (+10,4% su base annua), seguiti dai beni intermedi. Tuttavia, se si esclude l’effetto delle esportazioni straordinarie di mezzi navali verso gli Stati Uniti, la crescita complessiva dell’export si ridimensiona a un +3,0% annuo.
Nonostante la crescita delle esportazioni, il saldo commerciale del primo trimestre 2025 con i paesi extra UE si attesta a +11,2 miliardi di euro, in calo rispetto ai 15,7 miliardi dello stesso periodo del 2024, complice un deficit energetico ancora rilevante (-3.867 milioni a marzo). Resta però molto positivo il saldo dei prodotti non energetici, che tocca i 9.825 milioni.
I dati confermano che l’industria alimentare italiana mantiene una posizione competitiva a livello globale, soprattutto per i prodotti confezionati di qualità, e che la domanda estera resta forte, in particolare negli Stati Uniti e nei paesi MERCOSUR.