Al G7 dell’Agricoltura, il settore lattiero-caseario si unisce per chiedere etichette più trasparenti e una regolamentazione per difendere le eccellenze agroalimentari.
Durante il G7 dell’Agricoltura a Ortigia sarà presentato il documento finale della “First International Conference on Buffalo Mozzarella and Milk Products”. Il documento, frutto di un incontro tra le principali organizzazioni mondiali del settore lattiero-caseario, sottolinea la necessità di fermare gli attacchi indiscriminati e le fake news contro le produzioni agroalimentari di eccellenza. Respinge anche l’idea dei cibi artificiali o a base cellulare prodotti in laboratorio, evidenziando l’importanza di garantire una maggiore trasparenza in etichetta per distinguere chiaramente i prodotti a base vegetale. Viene inoltre richiesto un uso corretto dei termini “latte” e “formaggio” a livello mondiale.
Il congresso ha visto la partecipazione di 200 delegati e ha rappresentato un importante momento di riflessione sul futuro della filiera della mozzarella di bufala campana Dop. Si è discusso della necessità di proteggere le pratiche agricole italiane ed europee, che hanno un impatto ambientale minore e rispettano il benessere animale. Si è ribadito che i cibi artificiali, come la carne in vitro, non sono la soluzione sostenibile che viene spesso promossa, poiché comportano rischi sanitari e sociali, oltre a potenziali impatti ambientali superiori a quelli degli allevamenti tradizionali.
Il congresso ha anche evidenziato l’importanza di una regolamentazione unificata per l’etichettatura dei prodotti alimentari a base vegetale, in modo da garantire maggiore chiarezza per i consumatori.
Questa conferenza è stata il preludio al “World Buffalo Congress”, che si terrà nuovamente in Italia nel 2026, confermando il ruolo centrale della filiera della mozzarella di bufala campana a livello internazionale.