Nei primi cinque mesi del 2025, il settore retail statunitense ha registrato quasi 76.000 licenziamenti, segnando un incremento del 274% rispetto allo stesso periodo del 2024. A maggio, i tagli sono stati 11.483, in aumento rispetto ai 7.235 di aprile, secondo un report di Challenger, Gray & Christmas.
Il retail si posiziona così al secondo posto per perdite occupazionali, superato solo dal settore pubblico, mentre la tecnologia segue da vicino con quasi 75.000 posti eliminati. Complessivamente, tra gennaio e maggio 2025, sono stati tagliati oltre 696.000 posti di lavoro in tutti i settori, con un balzo dell’80% rispetto all’anno scorso.
Secondo Andrew Challenger, vicepresidente della società di consulenza, le aziende stanno affrontando tagli ai finanziamenti, dazi, cali nei consumi e un clima economico sfavorevole, elementi che le costringono a ridurre le assunzioni e aumentare i licenziamenti. Tra i casi più rilevanti spiccano Nike, che ha ridotto il personale tech, Walmart, con 1.500 tagli nelle divisioni tecnologiche e operative, e Procter & Gamble, che ha annunciato il taglio del 15% del personale non produttivo, pari a circa 7.000 posti.
Nonostante tutto, l’occupazione complessiva negli Stati Uniti è cresciuta di 139.000 unità a maggio, con un tasso di disoccupazione stabile al 4,2%. Tuttavia, nel retail, il livello occupazionale è rimasto pressoché invariato. I piani di assunzione restano bassi rispetto agli anni passati, e il ritmo attuale è più simile a quello di anni deboli come il 2012 o il 2013 che ai rimbalzi post-pandemia del 2021-2022.