Il settore del Largo Consumo registra dinamiche in continua evoluzione: se da un lato cresce l’interesse verso le private label, dall’altro i grandi marchi internazionali non cedono terreno. È quanto emerge dal nuovo report NielsenIQ “Finding Harmony on the Shelf: 2025 Global Outlook on Private Label & Branded Products”, che analizza le tendenze di acquisto in 25 mercati globali, inclusa l’Italia.
Secondo lo studio, il 56% dei consumatori italiani dichiara di acquistare più frequentemente prodotti a marca del distributore, in crescita di 3 punti percentuali rispetto all’anno precedente. La qualità percepita migliora: il 69% degli italiani considera le private label una valida alternativa alle marche tradizionali, mentre il 46% le ritiene di pari o addirittura superiore qualità. Tuttavia, solo il 28% è disposto a pagarle di più.
Il rapporto qualità/prezzo rimane l’elemento chiave: il 70% degli italiani lo riconosce nei prodotti private label. Ma c’è ancora margine di crescita: il 51% degli intervistati comprerebbe più volentieri questi prodotti se ci fosse maggiore varietà sugli scaffali.
A livello globale, la quota di mercato delle private label ha raggiunto il 22,7%, con una crescita del 4,3% delle vendite nel 2024. In Europa, dopo l’impennata del +12% nel 2023 dovuta anche all’inflazione, la crescita si è stabilizzata intorno al +4%.
In parallelo, i marchi di marca mostrano resilienza: le vendite dei 10 principali brand globali sono cresciute del 4,8%. In Italia, il 47% dei consumatori continua a preferire i prodotti di marca, in particolare i Millennial (53%). Tuttavia, la fedeltà è in calo: solo il 42% degli italiani acquista sempre lo stesso brand, contro il 60% della media globale.
“Il successo nell’attuale panorama della distribuzione non è un gioco a somma zero. Private label e prodotti di marca possono crescere insieme”, ha dichiarato Enzo Frasio, Amministratore Delegato di NIQ Italia. “La collaborazione tra retailer e produttori rappresenta la chiave per intercettare i nuovi bisogni dei consumatori e costruire un futuro sostenibile”.
Il report NIQ conferma che il comportamento di acquisto si sta spostando dalla fedeltà alla marca verso una logica di valore, necessità e curiosità, aprendo spazi per l’innovazione e nuove opportunità per tutti gli attori della filiera.