Il Texas ha approvato una legge che obbligherà i produttori alimentari a indicare chiaramente in etichetta la presenza di oltre 40 additivi controversi, tra cui coloranti sintetici, farine sbiancate e conservanti come BHA e BHT. Firmata dal governatore Greg Abbott il 22 giugno, la norma entrerà in vigore il 1° gennaio 2027: entro quella data i produttori dovranno riformulare i prodotti o applicare una nuova etichetta con l’avvertenza “ATTENZIONE: questo prodotto contiene un ingrediente non raccomandato per il consumo umano dalle autorità competenti in Australia, Canada, Unione Europea o Regno Unito”.
Le sanzioni per il mancato rispetto della normativa possono arrivare a 50.000 dollari al giorno. Tra le sostanze coinvolte figurano anche l’additivo sbiancante biossido di titanio e alcuni emulsionanti come il DATEM. Il testo della legge specifica che l’avvertenza dovrà essere “ben visibile e con un contrasto sufficiente da renderla comprensibile all’individuo medio”.
L’industria alimentare critica duramente il provvedimento. Secondo John Hewitt, vicepresidente della Consumer Brands Association, “si tratta di una misura che aumenterà i costi e confonderà i consumatori, obbligando a etichettare come pericolosi ingredienti approvati dalla FDA. Studi dimostrano che etichette interpretative di questo tipo sono inefficaci”.
La nuova legge texana si inserisce in un contesto di crescente attenzione nazionale agli additivi alimentari: da gennaio, durante le audizioni al Senato, il nuovo Segretario alla Salute Robert F. Kennedy Jr. ha definito l’industria alimentare “la principale responsabile” della crisi sanitaria americana, promettendo controlli più severi. A marzo, anche il West Virginia ha vietato sette additivi, seguendo l’esempio della California nel 2023. Intanto, la FDA ha già avviato il ritiro dell’approvazione per alcuni coloranti derivati dal petrolio e, a gennaio, ha revocato l’uso alimentare del Red Dye No. 3, sospettato di essere cancerogeno.
