Il progetto per il nuovo punto vendita Esselunga di Sestri Ponente solleva ancora dubbi e obiezioni. Allo sblocco da parte della giunta regionale della pratica, è seguita in risposta l’interrogazione della consigliera Selena Candia (Lista Sansa), che ha definito “inopportuno” il perseguimento del progetto alla luce delle indagini per corruzzione che hanno coinvolto il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e l’ex manager Esselunga Francesco Moncada.
Così si è espressa Candia sul caso: “Se nel merito sono anni che ci battiamo contro l’apertura di nuovi ipermercati in Liguria, pensiamo che oggi sia quanto mai inopportuno proseguire su questa strada anche alla luce delle trame di interessi tra politica e gruppi della grande distribuzione organizzata emersi dalle recenti indagini sul ‘sistema Toti’ per questo sul progetto di apertura della nuova Esselunga a Sestri Ponente avremmo voluto ricevere una risposta politica, e non solo tecnica, dalla giunta”.
L’assessore al commercio Alessio Piana ha delineato con il quadro giuridico che la Regione è tenuta a predisporre per legge e le procedure da seguire. Piana ha chiarito che l’intervento della Regione è di natura esclusivamente tecnica, senza considerazioni sull’opportunità del progetto. L’assessore ha continuato spiegando il percorso seguito per il nuovo insediamento commerciale, sottolineando che la Regione ha raccolto dati tecnici e ha espresso il proprio parere in conformità alla normativa vigente. Ha inoltre ricordato che, in vista della seduta finale della Conferenza dei servizi, la giunta ha approvato la delibera pertinente il 31 maggio scorso.
L’intervento di Piana non è però bastato a eliminare le perplessità legate al caso, condivise anche dai cittadini del comune e dalle associazioni di categoria, come precisa Candia: “Su questo progetto, che ricordo prevede l’apertura di un ipermercato da 3.370 metri quadrati, dei quali oltre 1.000 destinati a beni non alimentari, non siamo preoccupati solo noi, ma lo sono anche le associazioni di categoria, i sindacati e gli abitanti di Sestri Ponente”.
Tutt’altro che limpido e definito dunque il destino dello store.